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Si è appena conclusa una lunga e snervante campagna elettorale, culminata con la elezione a presidente della provincia, del Sindaco di Calascibetta, Piero Capizzi. Preferisco non immischiarmi nella diatriba tra presunti traditori e quindi presunti traditi. Dico solo che il centrosinistra aveva programmato questa tornata elettorale bene e da tempo, mentre il centrodestra, come al solito, ha partorito il candidato il giorno prima, o quasi, del termine ultimo della presentazione delle liste.
Avrà influito anche questo aspetto sull'esito della tornata elettorale? Io preferisco invece, soffermarmi sul tipo di elezioni, che, dopo tantissimi anni, ha ridato un governo politico all'ente provincia. Le elezioni di secondo livello, per me una grande porcata, hanno chiamato a votare sindaci e consiglieri. Una legge senza né capo né coda.
Iniziamo dal fatto che i sindaci con un mandato inferiore ai 18 mesi, non si potevano candidare, ed ecco che nel centrodestra il cerchio si è ristretto notevolmente, unica attenuante alla disfatta dei partiti che governano sia a livello nazionale che regionale. Inoltre i voti dei consiglieri con un valore superiore, rispetto ad altri consiglieri, in base alla provenienza degli stessi.
Enna da un valore, Sperlinga un altro, Villarosa un altro ancora ed udite udite, per ovvi motivi, in base alla legge vigente, Regalbuto, per fare un esempio, insieme ad altri 4 comuni, da un potere al voto superiore a tutti gli altri. Consiglieri di serie B e anche di serie C....una specie di manicomio a dire il vero. E la volontà del cittadino? Il popolo che dovrebbe essere sovrano? Messo da parte in maniera vergognosa da una legge, la Delirio, che nessuno ha interesse a togliere.
I parlamentari li scelgono a Roma, le cariche provinciali, con questa legge in vigore, le scelgono le segreterie provinciali dei partiti. Manca solo che non ci permettano di eleggere i nostri rappresentanti comunali e la dittatura elettorale è servita a 360°. Poi ci si chiede perché la gente è schifata dalla politica....mah!!
Mi auguro che presto si torni alle elezioni dirette dei nostri rappresentanti, con una legge elettorale, che avrebbe anche evitato tutte queste polemiche post elettorali.... quasi il 30% di voto disgiunto, mai accaduto prima. Concludo facendo un grosso in bocca al lupo al mio amico, per la sua elezione, Piero Capizzi, persona valida e navigata, e colgo l'occasione per invitare i miei comprovinciali ad attenzionare, per le prossime tornate elettorali, più i programmi e le persone che li dovrebbero rappresentare, anziché lasciarsi abbindolare da simboli, possibilmente roboanti a livello nazionale, ma che nella nostra realtà sono solo dei contenitori vuoti di contenuti e spessore politico umano.
Gaetano Di Maggio ex assessore provinciale
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Papa Francesco, con il suo nome e con il suo impegno, ha unito il mondo arabo e musulmano, ma ha anche diviso il mondo cristiano. Questo paradosso racchiude l’essenza del pontificato di un uomo che ha saputo mettersi in gioco come pochi. Con la sua leadership, il Papa ha portato avanti una missione che ha avuto il coraggio di sfidare convenzioni e tradizioni, ma che ha anche mostrato la potenza della fede nelle sue forme più autentiche e umili.
Un uomo di coraggio e di fede
Papa Francesco è stato, prima di tutto, un uomo. Un uomo coraggioso che ha messo la propria faccia a favore dei ponti tra il mondo arabo, il mondo musulmano e il cristianesimo. Con il suo esempio, ha abbattuto muri che sembravano insormontabili, impegnandosi in un dialogo profondo e significativo con le comunità arabe e musulmane e di origine straniera. La sua apertura verso queste realtà è stata un atto di grande valore, che ha portato pace, comprensione e solidarietà dove, spesso, regnava il conflitto. Non solo con il mondo arabo e musulmano, ma anche con le popolazioni più vulnerabili: i bambini e le famiglie palestinesi, gli africani, i migranti e i rifugiati. Il suo impegno non ha mai conosciuto incertezze né compromessi. Ha sempre messo il volto nelle battaglie per i più deboli, per la pace, contro le disuguaglianze sociali e contro la brutalità delle guerre. La sua posizione in difesa dei diritti umani e dei popoli in conflitto è stata chiara fin dal primo giorno del suo pontificato.
La divisione nel mondo cristiano
Tuttavia, il pontificato di Papa Francesco non è stato senza controversie. Mentre da un lato è stato amato e rispettato dalle comunità arabe e musulmane e dalle associazioni di origine straniera, dall’altro ha incontrato una forte opposizione dentro la Chiesa cattolica. La sua spinta riformista, il suo impegno per la trasparenza e la giustizia, la sua apertura verso la Chiesa e il mondo arabo e musulmano hanno suscitato molte divisioni tra i cristiani. Molti all’interno del Vaticano e in alcune sfere ecclesiastiche non hanno mai appoggiato il suo rinnovamento. L’opposizione è stata forte, soprattutto in merito alle sue aperture verso i musulmani, considerata da alcuni una minaccia per la tradizione cristiana. Alcuni vescovi e cardinali si sono apertamente opposti, accusando Papa Francesco di essere troppo innovativo e di allontanarsi dai “canoni” della Chiesa. La sua posizione su temi come i diritti delle donne, la difesa dei bambini e la condanna della corruzione all’interno della Chiesa gli ha attirato numerosi nemici anche all'interno delle mura vaticane. La sua missione di rinnovamento e di inclusività, che includeva anche un impegno senza precedenti verso i laici e i non credenti, ha inevitabilmente creato fratture. È stato il Papa dei poveri, il Papa dei popoli, il Papa degli ultimi, come quando si batteva da giovane per la povertà dei diseredati di Buenos Aires, un Papa che ha avuto il coraggio di dialogare con chi spesso è stato escluso dalla Chiesa.
Papa Francesco e il dialogo interreligioso
Un altro aspetto fondamentale del suo pontificato è stato il dialogo interreligioso. Secondo noi come abbiamo sottolineato più volte che non basta più una semplice foto di un imam che stringe la mano a un vescovo o un rabbino per parlare di unità religiosa. La gente vuole azioni concrete, quotidiane, che possano realmente cambiare la vita delle persone e non solo messaggi simbolici che non sono tante volte rappresentative. Questo è ciò che ha cercato di fare Papa Francesco: non si è limitato a parlare solo di dialogo, ma ha messo in pratica quelle azioni che la gente poteva e voleva sentire, vivere e apprezzare nella sua vita quotidiana. È stato un uomo che ha cercato di far convergere le diverse religioni in un progetto comune di pace, solidarietà e convivenza.
La pagina più alta del dialogo interreligioso in Italia
Bisogna inoltre sottolineare che durante il pontificato di Papa Francesco si è vissuto un periodo di straordinaria vitalità nel dialogo interreligioso, con iniziative di portata mondiale che hanno superato il mero valore simbolico delle immagini. La gente, come lui stesso ha più volte ricordato, non cerca solo foto di facciata, ma gesti concreti, quotidiani, che costruiscano davvero ponti. È in questo spirito che sono nati e si sono affermati eventi come “Musulmani in chiesa” e “Cristiani in moschea”, vere pietre miliari del dialogo interreligioso a livello globale. Tra i momenti più significativi, la lettera che ho avuto l'onore di inviare a Papa Francesco in occasione dell'iniziativa Cristiani in moschea, e la mia lettura del suo messaggio di pace davanti a oltre 50.000 persone in Vaticano, che ha sancito in modo potente l’impegno della Chiesa verso la fratellanza universale. A questo si aggiunge la partecipazione attiva delle comunità di origine straniera in Italia e all’estero, unite nel promuovere conoscenza reciproca, solidarietà, integrazione ,lotta al razzismo e al terrorismo e al pericoloso fenomeno della “zona grigia” dell’incomprensione e combattere ogni strumentalizzazione con il nome delle religioni come l'islamofobia e l'antisemitismo.Un’epoca di impegno autentico, che lascia un’eredità concreta e difficilmente eguagliabile.
Il futuro della Chiesa
Guardando al futuro, è difficile prevedere quale direzione prenderà la Chiesa dopo Papa Francesco. La sua visione, tuttavia, ha tracciato un solco profondo che, speriamo, non venga facilmente cancellato. Con il suo coraggio e la sua forza, ha saputo mettere in discussione le tradizioni cristiane consolidate, aprendo la Chiesa a nuove prospettive e facendo entrare la luce del rinnovamento. La mia speranza è che il prossimo Papa continui su questa strada, portando avanti la sua opera di apertura, dialogo e inclusività. Papa Francesco non ha mai cercato di fare politica nel senso stretto del termine. Piuttosto, ha cercato di richiamare la politica a fare il suo dovere, a essere vicina agli ultimi, ai più poveri, a chi soffre. Nonostante abbia affrontato resistenze interne ed esterne alla Chiesa, la sua voce ha risuonato forte, in difesa dei migranti, dei rifugiati, dei bambini e di tutti coloro che sono emarginati dalla società.
Un Papa che ha segnato un'era
Concludo questo mio pensiero con un messaggio di profonda gratitudine a nome di tutte le associazioni e movimenti che rappresento che si incarnano nel suo credo e che oggi hanno perso un solido punto di riferimento. Papa Francesco è stato una figura unica nella storia recente della Chiesa, capace di unire e dividere, di scuotere e risvegliare le coscienze. La sua figura, semplice e carismatica, ha fatto la differenza in un mondo che aveva bisogno di un leader che parlasse al cuore della gente, non solo ai fedeli. Grazie di cuore caro Papa Francesco, per tutto ciò che hai dato. La tua eredità, fatta di amore, coraggio e fede, rimarrà viva nel cuore di milioni di persone in tutto il mondo. Addio Papa Francesco, uno di noi!
Prof. Foad Aodi
Medico, giornalista internazionale, esperto in salute globale
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A palazzo Martinengo di Brescia la mostra “La Belle Époque” accoglie le opere di molti maestri italiani Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini, che, con il loro estro creativo, seppero attingere agli stimoli culturali parigini una nuova versatilità artistica per raccontare gli anni della trasformazione europea, della speranza, del benessere che dilagava, dei cambiamenti sociali, della malinconia struggente a ridosso di eventi storici imponenti, irreversibili e tremendi come la prima Guerra mondiale.
Benessere, raffinatezza e seduzione si sprigionano dai sorrisi maliardi di nobildonne, borghesi, modelle, incarnazione e promessa di lusso, potere e sfrontatezza; non tutte seducono in modo discreto, incarnano molto spesso il fascino dell’ “eterno femminino” perverso, da Salomè in poi fino a Eleonore Duse di D’Annunzio, con malizia e consapevolezza dei propri mezzi e della propria appartenenza sociale. Alcuni artisti raccontano invece lati oscuri dell’esistenza e della società, gli sconfitti, gli ultimi, gli indesiderabili, i folli, rappresentando una sorta di controcanto mesto rispetto al trionfalismo delle classi agiate, adornate di abiti da sera, gioielli, piume, sete e fatuo sentire (Antonio Mancini, Autoritratto della follia).
La pubblicità nella mostra occupa uno spazio importante non a caso: l’industrializzazione con la conseguenziale necessità di vendere rendeva necessaria la comunicazione di massa o persuasione occulta finalizzata alla vendita. Da allora a oggi non è cambiato poi molto: per vendere funzionano le stesse idee; convincere il piccolo grigio consumatore che acquistando il dato prodotto potrà diventare bello, potente e felice come i testimonial dei manifesti, ritratti in seducenti colori vinilici e scioccanti, creati appositamente per scuotere le coscienze e i desideri degli italiani che finalmente si affacciavano alla possibilità di consumare e acquistare in modo compulsivo rispetto alla seriosa parsimonia delle generazioni precedenti. La Belle Époque correva ruggente spensierata e audace verso il futuro: sappiamo come andò a finire.
prof. Romano Pesavento
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Gentile Direttore,
Lo scrivente Mario Carmelo Berretta, al fine di fugare ogni dubbio e togliere ( almeno così auspico) spunti ad ogni ulteriore ambigua interpretazione dei fatti, chiede che sia precisato, che il Sig. Stompo Luigi non è stato assolto per non avere commesso il fatto, essendo stato, piuttosto, riconosciuto come si sia indebitamente appropriato, seppure rimanendo, sotto la soglia mensile di euro 3.999,00 (soglia di punibilità penale), di somme di natura previdenziale
destinate ad un lavoratore subordinato e per un arco di tempo di ben 8 MESI .
Tale precisazione non può dirsi superflua! E soprattutto non pare che si possa parlare di una vicenda strettamente private e di nessun interesse pubblico, in quanto, a prescindere dalla funzione di Presidente della società Enna Calcio, svolta dallo stesso Sig. Stompo, si tratta di una decisione assunta da un collegio penale, in esito ad un pubblico dibattimento ed in relazione ad una vicenda riguardante i danni subiti, ad opera di un imprenditore, da un lavoratore subordinato e dell’INPS.
Grato per l’attenzione
Berretta Mario
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Gent.mo Direttore,
non avrei mai pensato di essere costretto ad intervenire pubblicamente in relazione ad un vicenda assolutamente privata, riguardante esclusivamente la mia attività lavorativa.
Mi ha sorpreso come la sua prestigiosa testata possa avere dato spazio e visibilità ad un nota a firma dell'avv. Fulvia Fazzi, quale difensore del sig Beretta Carmelo Mario, in relazione ad una vicenda risalente agli anni 2016 e 2017 e legata esclusivamente ai rapporti intercorrenti tra quest'ultimo nella sua qualità di ex dipendente della mia impresa ed il sottoscritto e che ciò, in particolare, sia avvenuto senza avermi prima interpellato.
Ma ad ogni buon fine La ringrazio per avere dato spazio alla successiva nota del mio difensore avv. Mauro Di Natale che ha correttamente ricostruito la questione.
Ed ancor di più mi meraviglia l'errata informazione che emergeva dalla nota inviata dal legale del sig. Beretta e pubblicata, considerato che il sottoscritto nel procedimento penale che lo ha interessato è stato assolto con formula piena, perchè il fatto contestato non è previsto dalla legge come reato, circostanza che non può lasciare adito ad alcun dubbio.
A tal proposito Voglio ringraziare l'avv. Mauro Di Natale che mi ha difeso con competenza e professionalità, nel predetto procedimento penale facendo emergere la realtà delle cose con la giusta conclusione della declaratoria della mia totale estraneità al reato penale contestato da parte del Tribunale di Enna nel cui operato ho sempre riposto, unitamente al mio difensore, la massima fiducia.
In questa sede mi preme evidenziare, a prescindere dal fatto che, come detto, la predetta vicenda certamente non può rivestire alcuna rilevanza pubblica, essendo correlata ad una questione privata tra lo scrivente ed il predetto dipendente, così come se ne verificano decine e decine giornalmente in tutte le imprese, che la stessa non può essere legata e correlata alla mia posizione di Presidente dell'Enna Calcio SCSD, impropriamente citata nella nota, posizione che è assolutamente estranea alla mia attività lavorativa.
In particolare, intendo evidenziare, per come è noto, che nella qualità di Presidente dell'Enna sono stato e sono impegnato, unitamente a tutta la Dirigenza, in diverse iniziative ed attività di rilevanza sociale nell'ambito del territorio della nostra città che inorgogliscono me e tutta la società sportiva che mi onoro di rappresentare .
Concludo questo intervento esprimendo la mia profonda amarezza per il tentativo da parte di qualcuno con la predetta nota di denigrare e screditare in modo non veritiero non solo la mia persona e la mia attività lavorativa, ma anche la mia posizione di Presidente dell'Enna Calcio, nella speranza che ciò non si ripeta più.
Luigi Stompo
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