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La diversità: la conosciamo davvero?
Si dice che ogni persona è diversa dagli altri quindi unica, il D.N.A. è unico, l’impronta digitale è unica, ma sono cose che non si vedono. Si notano, invece, le diversità esteriori.
Certi tipi di diversità come il colore della pelle, il modo di vestire, la provenienza, la religione, sono motivi scatenanti pregiudizi e ostilità da parte di persone che vivono di stereotipi e tutto ciò che è diverso dal loro convincimento non va bene a prescindere dalla validità o dal significato reale.
In una società dove si è omologati nel modo di parlare di vivere di seguire le stesse regole, dove le parole contano più dei fatti, dove prevale l’apparenza, dove si fa copia-incolla di tutto, si pensa di essere normali? Ma i cosiddetti normali, considerato che normale significa anche insieme di norme e regole, seguono le norme e le regole della società in cui vivono?
Personalmente penso di non avere pregiudizi verso le diversità anzi provo una certa simpatia e ammirazione verso coloro che si fanno mettere il piercing al naso, si vanno a fare i tatuaggi, portano tre o quattro orecchini, si tingono i capelli viola o azzurri, si vestono in modo bizzarro. Li definisco persone coraggiose, in quanto liberi ed anticonformisti, credono in quello che fanno e se ne fregano delle critiche.
Quando si incontra una persona di pelle nera, per molti scatta la diffidenza, il sospetto che sia un delinquente, un terrorista, uno da tenere a distanza. Guai poi se si incrocia una coppia, lui nero e lei bianca o viceversa anche i più tolleranti possono andare in crisi. (ricordarsi il film indovina chi viene a cena?)
Conosco molte persone nere, onesti lavoratori, brava gente, laureati, tecnici, che sono scappati dalla guerra e dalla fame. Al matrimonio di mia figlia uno dei testimoni è stata Ginette: nazionalità Camerunense, di tutti i presenti nessuno si è lamentato.
La diversità infastidisce, provoca disagio e mette in imbarazzo i cosiddetti normali perché, in molti di loro affetti da tanta moralità consuetudine e luoghi comuni, spesso si nasconde il desiderio represso di emulare le gesta dei personaggi trasgressivi del cinema e della televisione, dello sport o più semplicemente degli amici e conoscenti “diversi”.
Una collettività che vuole vivere bene non può ripudiare la differenza di pensiero fra le persone perché ha bisogno sia di normalità che di diversità.
Angelo Miano osservatore indipendente
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