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A più di quattro anni dall'accordo tra Unicredit e sindacati sul piano industriale che prevedeva, tra l'altro, la creazione di due poli specialistici nel Mezzogiorno, in Sicilia e Campania, non ci sono ancora notizie sul polo siciliano. La Fisac Cgil Sicilia, insieme ai rappresentanti aziendali e alla Fisac Unicredit, denuncia la mancanza di informazioni sulle funzioni del polo e sulle assunzioni necessarie. Nonostante il piano sia stato ribadito nel 2022 e discusso nel settembre 2023, non è stato ancora attuato. La Fisac sottolinea che la mancanza di sviluppo di questo progetto ha portato a una "desertificazione professionale" nel territorio siciliano, con effetti negativi su servizi alla clientela e opportunità occupazionali. La Fisac Sicilia chiede quindi a Unicredit di procedere con la costituzione del polo, che rappresenterebbe un'opportunità di sviluppo per l'economia locale.
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Il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, ha sottolineato che, nonostante il saldo occupazionale positivo, la qualità dell'occupazione in Sicilia rimane debole. La crescita è prevalentemente nei settori dei servizi, come la ristorazione, caratterizzati da lavoro precario e sottopagato. Mannino ha evidenziato la necessità di un nuovo modello di sviluppo per superare la debolezza strutturale dell’apparato produttivo siciliano.
Ha espresso preoccupazione che le risorse disponibili, come il Pnrr e il Fsc, possano essere sprecate senza un cambio di passo da parte del governo, e ha criticato i risultati insoddisfacenti dei programmi rivolti ai giovani. Alla seconda tavola rotonda sul sistema pensionistico, la segretaria generale dello Spi Cgil Sicilia, Maria Concetta Balistreri, ha ribadito il legame tra politiche del lavoro e sociali. Ha sottolineato la necessità di un welfare pubblico adeguato, in un contesto in cui il lavoro spesso non garantisce benessere a causa di salari bassi e condizioni precarie. Balistreri ha anche criticato l'assenza di un coinvolgimento attivo delle istituzioni regionali nella risoluzione delle problematiche sociali e lavorative.
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La giunta ha approvato una bozza di decreto per concedere contributi a fondo perduto alle micro, piccole e medie imprese, finalizzati a ridurre gli interessi sui mutui in essere al 1° gennaio 2024. L’incentivo, gestito da Irfis FinSicilia, diventerà operativo nelle prossime settimane, previa approvazione della commissione Bilancio dell’Ars.
Il plafond per l’incentivo, previsto dalla manovra di luglio, è di 45 milioni di euro. Ogni impresa potrà ricevere fino a 10mila euro, pari al 30% degli interessi sulle rate scadute nel 2023 e pagate entro il 31 marzo 2024. Il tasso di interesse nominale annuo sull’ultima rata scaduta non potrà essere inferiore all’1%.
Le domande saranno valutate in base a tre criteri: il tasso nominale applicato, l’ammontare degli interessi richiesti e la sede legale in Sicilia.
Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha sottolineato l’importanza di sostenere le imprese, mentre l’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino, ha evidenziato la priorità data alle imprese con sede legale in Sicilia. La presidente di Irfis, Iolanda Riolo, ha confermato il supporto dell’ente alle imprese siciliane.
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La Regione Siciliana ha reso nota la graduatoria provvisoria relativa al bando "Sicilia che piace 2024 - Associazioni", che prevede la concessione di contributi per un totale di 300 mila euro. Questo bando è destinato a sostenere il sistema produttivo regionale attraverso iniziative proposte da associazioni di categoria ed ex onlus. Ogni progetto selezionato potrà ricevere un massimo di 20 mila euro di finanziamento.
L'assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, ha dichiarato: «Con "Sicilia che piace 2024" vogliamo sostenere le realtà associative del nostro territorio, contribuendo a promuovere i settori strategici della nostra economia. Le associazioni giocheranno un ruolo fondamentale nel rilancio delle nostre eccellenze, incentivando lo sviluppo sostenibile e l'innovazione in settori chiave per la crescita».
Sono 16 i progetti ammessi e finanziabili, che dovranno concludersi entro il 31 ottobre 2024. Questi includono iniziative volte a valorizzare settori come agroalimentare, artigianato, nautica, lapideo, moda e oreficeria, ICT e meccatronica. Ulteriori 26 proposte sono state ammesse ma non finanziabili per esaurimento del budget, mentre 16 istanze sono state escluse. Le associazioni potranno presentare eventuali osservazioni entro 10 giorni dalla pubblicazione del decreto, tramite posta certificata. Gli elenchi definitivi verranno pubblicati al termine dell'istruttoria.
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La Sicilia si conferma la seconda regione italiana per tasso di emigrazione giovanile, con una percentuale di Neet (giovani non impegnati nello studio, lavoro o formazione) che sfiora il 45%. Le difficoltà di accesso al mercato del lavoro sono significative, con un tasso di disoccupazione giovanile che raggiunge il 31,2%, nettamente superiore alla media nazionale del 16,7% e a quella europea dell'11,2%. Questi dati preoccupanti sono stati al centro dell'incontro tra Cgil, Uil e il governo regionale siciliano, atteso da cinque anni e tenutosi senza la partecipazione dell'assessora Albano.
I sindacati, rappresentati da Gabriella Messina (Cgil) e Giuseppe Raimondi (Uil), hanno espresso preoccupazione per l'inefficacia delle politiche giovanili attuate fino ad ora, sottolineando come "Garanzia Giovani 2" si sia rivelato un fallimento. Solo 5.000 giovani hanno beneficiato delle misure previste, a fronte delle 160.000 adesioni registrate per il primo ciclo di "Garanzia Giovani". Anche il Target 1 del Par Gol Sicilia, finanziato con le risorse del Pnrr, ha avuto risultati deludenti.
Ogni anno, circa 50.000 giovani lasciano la Sicilia non solo per la mancanza di lavoro, ma anche per la scarsa qualità delle opportunità offerte, con contratti spesso precari e sottopagati. Raimondi ha evidenziato come il contratto di apprendistato, un tempo utilizzato dalle aziende, sia stato sostituito da tirocini che raramente portano a un'occupazione stabile.
I sindacati chiedono una maggiore partecipazione dei giovani e delle loro associazioni nelle decisioni politiche. Messina ha insistito sull'importanza di un cambio di metodo da parte del governo regionale, che ha adottato il programma triennale per le politiche giovanili 2024-2026 senza un'adeguata consultazione e senza un'analisi del contesto attuale.
I rappresentanti sindacali auspicano un intervento tempestivo per garantire ai giovani siciliani il diritto a un futuro migliore nella propria terra, evitando che paghino il prezzo più alto dell'autonomia differenziata.
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