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Il futuro dell’autodromo di Pergusa è ovviamente roseo perchè si stanno gettando le basi per una sua giusta ricollocazione nel panorama motoristico nazionale, ma come per incanto, come si è abituati a fare in questa città, cala un silenzio incomprensibile. L'unica proposta che esiste è quella delle forze di opposizione ccollegialmente a stendere un nuovo statuto di quella che si chiamerà “Consorzio di Gestione Area di Pergusa”. Una proposta elaborata molto seriamente anche con la collaborazione spontaneae gratuita di giuristi e docenti universitari tanto per dire “non stiamo mica scherzando”.
Tutti i soci del vecchio consorzio hanno ricevuto una copia per le loro osservazioni. Ora perchè si possa andare avanti occorrerebbe che uno di loro presentasse la proposta ufficialmente agli altri soci e da qui l'approvazione.
Mentre le opposizioni hanno già mosso i primi passi presentando una proposta di nuovo statuto, che si distingue per una visione innovativa e alternativa rispetto al passato, la reazione della maggioranza vicina al primo cittadino è stata del tutto inesistente. Il Sindaco e la sua amministrazione, che avrebbero dovuto rappresentare un pilastro di supporto e iniziativa, sembrano invece aver subito passivamente l’azione delle opposizioni, lasciando un vuoto incolmabile.
La proposta delle opposizioni, pur essendo aperta a riflessioni, modifiche e integrazioni, è rimasta ignorata, avvolta in uno strano silenzio. Nonostante sia l’unica iniziativa concreta sul tavolo, manca ancora una chiara presa di posizione. Uno dei tre soci potrebbe certamente avanzare una propria proposta alternativa, ma è evidente che il primo a dover agire dovrebbe essere il Sindaco. L’autodromo, infatti, non è solo un simbolo di Enna: è una risorsa che porta benefici diretti alla città.
Cosa si sta aspettando? Non serve essere scienziati per prevedere che le opposizioni, se continuerà questo immobilismo, riprenderanno presto l’iniziativa. Lo scenario peggiore sarebbe quello di vedere il Sindaco scavalcato per la seconda volta, magari da uno degli altri soci che potrebbe far propria la proposta delle opposizioni, aggravando ulteriormente una situazione già critica.
E comunque se c'è stato silenzio fino ad ora, non si comprende perchè si dovrebbe passare all'azione ora. Occorre quindi che l'opposizione senza indugio alcuno spinga sull'accelleratore e metta l'Aci o la ex Provincia a fare propria la proposta e ad andare avanti. Tutto qui.
D'altronde non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire.
Massimo Castagna
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Il prossimo congresso regionale del Partito Democratico siciliano ancora deve fissare le nuove regole che porteranno alla elezione del segretario e della segreteria, e già iniziano le solite schermaglie tipiche di un partito che sa sempre al suo interno è stato estremamente litigioso. 16 dirigenti hanno emesso un documento che di fatto è una sfiducia al segretario regionale Antony Barbagallo.
Si tratta di Burtone, Bartolo, Calabrò, Catanzaro, Furlan, Giambona, Guerriero, Leanza, Lupo, Piccione, Rubino, Sciortino, Saverino, Spada, Venezia, Venuti. Sostanzialmente sarebbero 5 i motivi per i quali di annullare l'Assemblea Regionale del PD fissata per giorno 11 gennaio.
Convocazione dell’Assemblea Regionale: Irregolarità e Nullità Procedurali
Con riferimento alla convocazione dell’Assemblea regionale del Partito Democratico Sicilia, fissata per l’11 gennaio e firmata dal Segretario regionale, riteniamo necessario evidenziare la sua nullità e irregolarità. Tale convocazione viola le norme statutarie del partito, in quanto, ai sensi dello Statuto vigente, l’Assemblea regionale può essere convocata esclusivamente dal Presidente del Partito o, in sua assenza, dalla Commissione per il Congresso.
Omissioni nell’Ordine del Giorno
Inoltre, si contesta che l’ordine del giorno della convocazione non includa l’elezione del Presidente dell’Assemblea, un passaggio statutariamente obbligatorio, soprattutto considerando che questa è la prima convocazione dell’organismo dal congresso regionale del 2020. Tale elezione è un adempimento propedeutico e imprescindibile, che richiede una convocazione in presenza per garantire la segretezza del voto, come richiesto dalla recente delibera della Commissione Nazionale di Garanzia (CNG). La modalità virtuale, invece, è incompatibile con le esigenze di trasparenza e correttezza del processo elettorale.
Inadeguatezze del Regolamento Congressuale
La bozza di regolamento congressuale proposta risulta in netto contrasto sia con lo Statuto del Partito Democratico Siciliano che con il deliberato della CNG del 23 dicembre 2024. Essa non prevede l’elezione del segretario secondo quanto disposto dall’art. 15 dello Statuto, omettendo il percorso delle convenzioni riservate agli iscritti e le primarie aperte agli elettori del Partito Democratico. Tale regolamento, così concepito, mina la partecipazione democratica e viola le regole fondamentali del nostro partito.
Modalità di Comunicazione Non Conformi
La convocazione dell’Assemblea regionale è stata comunicata tramite un post su Facebook, una modalità che non è prevista come valida per la convocazione formale dei componenti, siano essi elettivi o di diritto. Questo approccio, privo di ufficialità, rende la convocazione inefficace, irregolare e irrituale, in ulteriore violazione delle norme statutarie.
Richiesta di Rinvio e Percorso Congressuale Trasparente
Alla luce di queste gravi irregolarità, i dissidenti chiedono il rinvio della data dell’Assemblea, previsto per l’11 gennaio, al fine di rispettare il termine minimo di 15 giorni stabilito dallo Statuto regionale del PD Sicilia. Questo rinvio è essenziale per garantire un percorso congressuale trasparente, fondato su regole chiare e condivise, come indicato dalla decisione della CNG del 23 dicembre scorso.
Conclusioni e Prospettive
Considerando la reiterata violazione delle norme statutarie, si riservano di presentare ulteriori osservazioni e richieste di intervento alla Commissione Nazionale di Garanzia per assicurare la regolarità dell’iter congressuale e il rispetto delle norme interne del partito. Invitano tutti i membri del Partito Democratico Siciliano a unirsi in questo appello per un percorso che sia realmente democratico e rispettoso delle regole. Per un PD Sicilia Forte, Coeso e Democratico!
Ma cosa c'è dietro a questa protesta così clamorosa? I 16 puntano sulle primarie aperte a tutti, con i gazebo così come prevede lo statuto e così come si è sempre fatto. L'attuale segretario regionale Barbagallo, legato alla corrente Schlein, vuole invece che il voto spetti solo ai tesserati del partito fino al 31 dicembre 2024.
Si fa sempre più insistente da più parti la ipotesi di far votare solo gli iscritti del partito; molti non hanno dimenticato che grazie alle primarie aperte Stefano Bonaccini, il più votato in assoluto all'interno del partito, perse la poltrona di segretario nazionale, a favore di Elly Schlein, grazie ad una serie di veti incrociati e di una sorta di vendetta del M5S che votò in massa per l'attuale segretaria.
Di certo non è finita qui.
Massimo Castagna
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L'inizio di un nuovo anno rappresenta una sospensione del nostro tempo, un momento che sollecita domande semplici ma impegnative: quali propositi per il futuro? Il nuovo anno sarà migliore del precedente? Tuttavia, questi interrogativi spesso non trovano una risposta seria e approfondita, poiché non è il momento dei programmi. Ci limitiamo ad augurare pace, serenità e felicità, come sempre è stato fatto, in un momento quasi liberatorio, quasi esorcizzante le negatività vissute nell'anno passato.
Ogni volta che arriva un nuovo anno, perdiamo un'occasione per riflettere se sia necessario correggere i nostri programmi, già elaborati e forse meritevoli di adeguamenti in corso d'opera. Questa riflessione non intende svalorizzare il momento di festa, ma cerca di porre domande che, prima o poi, ci interpellano. Non possiamo abituarci a vivere alla giornata, rinviando sempre le verifiche dei nostri progetti di vita.
Con il passare del tempo, questo modo di procedere ci farà mancare il terreno sotto i piedi e i ricordi del passato saranno solo un nostalgico rievocare senza alcuna speranza di rivivere ciò che si considera perduto. L'inizio dell'anno, in definitiva, è un giorno come tutti gli altri, un'istantanea che sancisce lo scorrere del tempo o, meglio ancora, l'invecchiamento della storia che si autopropone senza sobbalzi, con ambizioni di immortalità.
Forse dovremmo considerare l'inizio dell'anno non solo come un punto di riflessione, ma anche come un'opportunità per impostare nuove direzioni e apportare cambiamenti concreti. Questo non significa abbandonare le celebrazioni e gli auguri, ma piuttosto integrare una componente di introspezione che ci permetta di evolvere.
Il passato è una risorsa preziosa, ma non deve diventare un'ancora che ci trattiene. Imparare dagli errori e dalle esperienze vissute ci consente di costruire un futuro più solido e consapevole. Invece di vedere il tempo che passa come un nemico che ci invecchia, potremmo abbracciarlo come un alleato che ci offre infinite possibilità di crescita.
Quindi, al di là dei consueti auguri di pace, serenità e felicità, proviamo a chiedere a noi stessi: come posso migliorare? Quali obiettivi realistici posso fissare per i prossimi mesi? Cosa posso fare per rendere la mia vita più soddisfacente e significativa?
Il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno, ha indicato un modo per fare un resoconto e proporre un cambiamento e rinnovamento. Ha sottolineato l'importanza della pace e della solidarietà in un mondo segnato da conflitti e disuguaglianze. Ha ricordato le difficoltà affrontate dalle popolazioni colpite dalla guerra, come in Ucraina e Gaza, e ha ribadito l'urgenza di perseguire la pace come obiettivo irrinunciabile.
Mattarella ha anche parlato della necessità di rafforzare i legami nelle nostre comunità, nelle famiglie e nelle amicizie, sottolineando che il nuovo anno deve essere un'occasione per rinnovare la speranza e trasformarla in realtà. Ha fatto un appello alla partecipazione attiva dei cittadini nella vita pubblica, evidenziando l'importanza della democrazia e della libera informazione.
Gaetano Mellia
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La metafora della "rana bollita" è un concetto utilizzato per descrivere come le persone possono adattarsi gradualmente a situazioni sempre più negative, senza rendersi conto del pericolo imminente. Immagina una rana immersa in una pentola d'acqua fredda. Se l'acqua viene riscaldata lentamente, la rana non percepisce il cambiamento di temperatura e finisce per essere bollita viva. Se invece la rana fosse stata gettata direttamente in acqua bollente, avrebbe immediatamente cercato di scappare.
Questa metafora può essere applicata alla situazione politica attuale in molti paesi, dove i cambiamenti graduali e spesso impercettibili nelle politiche e nelle leggi possono portare a una perdita di diritti e libertà senza che la popolazione se ne renda conto. Ecco alcuni esempi di come questo fenomeno si manifesta:
In molti paesi, i diritti civili vengono erosi lentamente attraverso leggi e regolamenti che, presi singolarmente, possono sembrare innocui o addirittura necessari. Tuttavia, nel loro insieme, questi cambiamenti possono portare a una significativa riduzione delle libertà personali. Ad esempio, l'introduzione di leggi sulla sicurezza nazionale può essere giustificata come misura per proteggere i cittadini, ma può anche essere utilizzata per limitare la libertà di espressione e di protesta.
L'aumento della sorveglianza governativa è un altro esempio di come la metafora della rana bollita si applica alla politica. Con l'avanzare della tecnologia, i governi hanno accesso a strumenti sempre più sofisticati per monitorare le attività dei cittadini. Questo può iniziare con misure apparentemente innocue, come l'installazione di telecamere di sicurezza nelle aree pubbliche, ma può evolversi in un sistema di sorveglianza di massa che invade la privacy dei cittadini.
La concentrazione del potere nelle mani di pochi individui o gruppi è un altro segnale di allarme. Inizialmente, questo può avvenire attraverso riforme politiche che promettono efficienza e stabilità, ma nel tempo può portare a un sistema autoritario in cui il potere è esercitato senza controllo democratico. La storia è piena di esempi di leader che hanno gradualmente accumulato potere, riducendo la capacità delle istituzioni democratiche di funzionare correttamente.
La metafora della rana bollita ci ricorda l'importanza di essere vigili e consapevoli dei cambiamenti politici e sociali che ci circondano. È fondamentale non accettare passivamente le modifiche graduali che possono portare a una perdita di diritti e libertà. Solo attraverso una partecipazione attiva e informata possiamo prevenire che la nostra società diventi come la rana nella pentola, incapace di reagire fino a quando è troppo tardi.
Per noi è troppo tardi o ci stiamo disinvoltamente abituando
alla emigrazione dei giovani per lavoro e per studio,
al declino demografico lento e costante,
all’incapacità di selezionare una classe dirigente qualificata in grado di invertire una tendenza autodistruttiva,
alla desertificazione sempre più incombente,
alla rassegnazione ad essere incapaci a reagire alle avversità,
alla incapacità a rinunziare o a riconsiderare le proprie illusorie certezze e “sicurezze”,
alla incapacità a creare relazioni che non siano basate solo su interessi ed egoismo tornacontista,
all’incontenibile esigenza di apparire ed essere apprezzati dagli altri con i “mi piace virtuali” e non con la più faticosa costruzione di rapporti “reali”,
all’incapacità di lottare per la verità e la giustizia che richiedono coraggio ed un elevato senso civico e considerazione del bene comune,
alla slealtà e alla infedeltà che trovano false legittimazioni offensive dell’intelligenza,
all’incapacità a trovare un accordo ed una sintesi nel confronto politico che garantisca il rispetto reciproco e la coesione sociale…………….
……………………………
Gaetano Mellia
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Un ricovero, un dormitorio per senza tetto, senza fissa dimora e migranti: è una struttura comunale in via Paolo Lo Manto che serve al bisogno e di questi tempi i bisogni sono tantissimi.
Attraverso un regolamento comunale la struttura sarebbe stata affidata all'esterno e oggi è guidata dalla Cooperativa San Francesco di Palermo che deve attenersi agli ospiti che gli manda il comune che verifica innanzitutto se si è in possesso del permesso di soggiorno e di tutti gli altri requisiti richiesti, se le notizie in nostro possesso sono esatte.
Fin qui tutto sembrerebbe normale, ma così non è, perchè i diaconi della Caritas di Enna quasi giornalmente si trovano a dove affrontare problemi grandi come una montagna.
L'ultimo esempio di ieri un ragazzo iracheno viene mandato ad Enna dal catanese per essere ospitato qui. Qualche bagaglio, infreddolito si ritrova da solo nella stazione ferroviaria di Enna. Qualcuno avverte la Caritas; i diaconi e qualche altro volontario corrono a soccorrere il profugo con permesso di soggiorno temporaneo.
Occorre trovare una sistemazione temporanea ed ecco che si mettono in contatto con il dormitorio, ma non possono accettarlo perchè deve essere il comune a segnalarlo, ma gli uffici comunali ormai sono chiusi e allora che si fa?
Telefonate una dietro l'altra quando il diacono Salvatore Orlando riesce a mettersi in contatto con la struttura fondata da Biagio Conte, con una delle sedi distaccate a Valguarnera retta dal parroco Samuel La Delfa. Il giovane è stato ospitato e si trova a Valguarnera.
Fatti come questi avvengono ogni giorno e non dare una mano d'aiuto a questi poveri disgraziati che spesso fuggono da guerre e violenze di ogni tipo, è da esseri incivili.
Gli uomini della Caritas non è la prima volta che mettono mani intasca per fare dormire questi soggetti in b&b, farli mangiare e dare loro qualcosa.
Nella “Città della Gentilezza” non è possibile avviare un procedura per l'accoglienza in caso di emergenza? Se un povero, un profugo arrivano dopo la chiusura degli uffici comunali che fanno, in attesa dell'apertura, dormono al freddo?
E allora chi è preposto a questo servizio estremamente prezioso si dia da fare in fretta. La povertà non può certo aspettare i tempi di una burocrazia ormai diventata il cancro del nostro Paese.
Massimo Castagna
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