Palermo - Con l'arrivo del caldo, parte ufficialmente la stagione balneare 2025. Ma sotto l’ombrellone gli italiani troveranno anche un conto più salato: +2,3% rispetto al 2024, con un aumento complessivo dell’8% negli ultimi tre anni. A pesare sono soprattutto gli abbonamenti giornalieri (+3%) e il noleggio di attrezzature come canoe e SUP (+2%).

L’O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori, in collaborazione con la Fondazione Isscon, ha realizzato il consueto monitoraggio dei costi dei servizi balneari nella stagione 2025, rilevando le ultime mode e tendenze: secondo i dati emersi, i costi aumentano mediamente del +2,3% rispetto al 2024.

Tra le regioni, la Sicilia registra il maggior rincaro medio (+6%), sebbene resti la più economica d’Italia. Ombrellone, lettini e pedalò costano meno che altrove, ma il rialzo dei prezzi è indicativo di un turismo mordi e fuggi e di difficoltà economiche locali. Molti stabilimenti si adattano offrendo formule ridotte (mezza giornata o happy hour) e pacchetti all inclusive per contenere la spesa (da 35 a 50 euro). Inoltre, cresce l’uso di app per la condivisione di attrezzature e l’introduzione dell’assicurazione maltempo, per non perdere quanto speso in caso di pioggia.

Una fotografia impietosa dell’Italia generazionale. Le province siciliane agli ultimi posti della classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita per fasce d’età. Trapani e Caltanissetta segnano record negativi, ma non sono le sole. Agrigento, Palermo, Messina, tutte in fondo. Si salvano, parzialmente, solo i giovani di Agrigento ed Enna.

La Sicilia si conferma fanalino di coda in Italia quando si parla di qualità della vita. Lo fa stavolta nella classifica del Sole 24 Ore dedicata a tre categorie strategiche e fragili: anziani, giovani e bambini. Un'indagine che, dal 2021, si propone di misurare – con indicatori oggettivi e certificati – il benessere reale dei cittadini appartenenti a queste tre fasce d'età.

L’edizione 2025, presentata al Festival dell’Economia di Trento, è più ricca e raffinata, con 15 parametri per ciascuna graduatoria. Sicilia maglia nera per bambini e anziani In questo quadro, la Sicilia colleziona numeri drammatici. Trapani è la provincia dove gli anziani vivono peggio in assoluto, seguita da Agrigento e Messina.

Anche per i bambini il quadro è preoccupante: Caltanissetta chiude la classifica nazionale, seguita da Palermo (103° su 107), Ragusa (102°), e Catania (101°). Siracusa, Messina, Agrigento ed Enna completano una discesa quasi ininterrotta verso il fondo. La regione mostra un fallimento sistemico nell’offerta di servizi essenziali come sanità, assistenza sociale, sicurezza urbana e opportunità educative. A ciò si aggiunge una persistente fragilità infrastrutturale e una cronica inefficienza nella spesa pubblica.

Nord-Est da primato: Bolzano, Lecco e Gorizia in vetta Il contrasto con il Nord Italia è netto. Bolzano si distingue per la qualità della vita degli over 65 grazie a un basso consumo di farmaci cronici, spesa sociale elevata e una rete culturale diffusa. Lecco primeggia per i bambini grazie a eccellenze sportive, scolastiche e un ambiente sicuro. Gorizia guida la classifica per i giovani con numeri virtuosi nel lavoro stabile e nell’offerta culturale, trainata anche dal suo status di Capitale Europea della Cultura Transfrontaliera 2025.

Sicilia e giovani: un segnale inatteso. Unica luce in un panorama cupo è la performance dei giovani in alcune province siciliane. Agrigento sorprende classificandosi al 17° posto, seguita da Enna (25°) e Ragusa (29°). È un dato che testimonia una vitalità giovanile in territori marginali, forse favorita da un tessuto sociale più coeso, costi della vita più contenuti e qualche investimento mirato.

Città metropolitane penalizzate dal caro-affitti. Il quadro generale vede penalizzate anche le grandi città italiane, dove i canoni di locazione incidono fino al 30% del reddito medio. Roma chiude la classifica dei giovani (107° posto), seguita da Napoli, Milano e Torino. L’alto costo della vita compromette gravemente la qualità della vita delle nuove generazioni, anche in territori notoriamente più ricchi.

L’Italia tra divari e silenzi L’indagine mette in evidenza il grande divario territoriale tra Nord e Sud, ma anche le carenze strutturali di un Paese che fatica a sostenere le generazioni più fragili. Bambini poco autonomi, anziani mal supportati e giovani senza opportunità. I nuovi indicatori, come il grado di sicurezza percepita o la presenza di reti familiari, rivelano un’Italia spesso sola, invecchiata e diseguale. In Sicilia, in particolare, l’assenza di politiche generazionali mirate, il cronico ritardo infrastrutturale e la scarsa qualità dei servizi sociali sembrano aver scavato una frattura ormai strutturale con il resto del Paese.

L’aeroporto di Istanbul si è guadagnato la fama di scalo più costoso al mondo, almeno per quanto riguarda cibo e bevande. Segnalazioni recenti evidenziano prezzi estremamente elevati: una bottiglia d'acqua può costare fino a 9 euro, un espresso 6 euro, e una lasagna da 90 grammi arriva a 24,50 euro. Anche snack semplici come un croissant o un’insalata di pollo superano i 17 euro.
La società che gestisce l’aeroporto giustifica questi prezzi affermando che sono allineati a quelli di altri grandi hub internazionali come Londra, Dubai e Amsterdam, sottolineando inoltre il valore dell’esperienza offerta. Tuttavia, il divario resta evidente, rendendo Istanbul uno degli scali più discussi sotto questo aspetto.
Nonostante ciò, l’Istanbul Airport resta un nodo cruciale per i collegamenti tra Europa, Asia e Africa, con oltre 350 rotte attive e una capacità annuale di 150 milioni di passeggeri, destinata a crescere. Inaugurato nel 2019 al posto del vecchio Ataturk, lo scalo rappresenta oggi un'infrastruttura strategica per la mobilità globale.

Fonte https://www.idealista.it/

Sono stati pubblicati i decreti attuativi per i nuovi bonus assunzioni dedicati a giovani e donne, finanziati nell’ambito del Programma Giovani, Donne, Lavoro 2021-2027. Le misure puntano a sostenere l’occupazione stabile, in particolare nel Mezzogiorno, attraverso esoneri contributivi per i datori di lavoro privati.

Come specificato dal Ministero del Lavoro, il bonus prevede l’esonero del 100% dei contributi previdenziali (esclusi premi e contributi Inail) per 24 mesi, per ogni assunzione a tempo indeterminato o trasformazione da tempo determinato, di lavoratori under 35 mai impiegati a tempo indeterminato.

L’importo dell’esonero arriva fino a 500 euro mensili per lavoratore, che diventano 650 euro se l’azienda ha sede nelle regioni del Sud (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna). Per il bonus giovani, lo stanziamento complessivo è pari a 1,429 miliardi di euro.

Parallelamente, il bonus donne prevede analoghi incentivi fino a 650 euro mensili per ciascuna nuova assunta a tempo indeterminato. I requisiti:

essere disoccupate da almeno 24 mesi (ovunque residenti);
essere disoccupate da almeno 6 mesi e residenti nelle ZES (Zone Economiche Speciali del Sud);
lavorare in settori a elevata disparità di genere, come indicato annualmente da decreto ministeriale.

In base al profilo, l’esonero può durare 12 o 24 mesi.

Per accedere ai bonus, i datori di lavoro devono presentare domanda all’INPS in via telematica, indicando i dati aziendali, quelli del lavoratore, il tipo di contratto, la sede operativa e gli estremi contributivi.

Queste misure puntano a stimolare l’occupazione stabile, in particolare tra le categorie più vulnerabili e in un’ottica di rilancio economico del Sud Italia.