È stato ufficialmente avviato a Enna il progetto formativo dedicato alla prevenzione delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA), un’iniziativa cruciale promossa dalla Regione Sicilia e finanziata nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Linea M6-C2-12.2.

Il programma, rivolto a tutto il personale sanitario delle Aziende Sanitarie della regione, è stato inaugurato presso la sala conferenze dell’Università Kore di Enna. A coordinarlo, il team aziendale dell’ASP di Enna composto dalla Dott.ssa Angela Maria Montalbano, Dott.ssa Maria Lucia Rita Di Grigoli, e il Dott. Pierfranco Mirabile, con il coinvolgimento di esperti del settore e una forte partecipazione del personale sanitario, sia dirigente che del comparto.

“Le ICA rappresentano una delle sfide più complesse per la sanità moderna”, ha dichiarato il Direttore Generale dell’ASP di Enna, Dott. Mario Zappia. “Prolungano i ricoveri, aumentano i costi, la resistenza antibiotica e la mortalità. Per questo motivo, l’ASP di Enna rinnova il suo impegno per garantire cure più sicure e formazione continua”.

Durante la prima giornata, i partecipanti hanno approfondito aspetti fondamentali come la gestione degli ambienti assistenziali, le buone pratiche, le responsabilità professionali e le procedure di prevenzione. La sessione, animata da proiezioni video e momenti di confronto diretto, ha stimolato la riflessione sui comportamenti quotidiani e la consapevolezza del “saper fare” in ambito assistenziale. La Dott.ssa Di Grigoli, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza crescente del controllo delle ICA: “L’epidemiologia in aumento e le ripercussioni sulla salute e sull’economia rendono prioritario l’intervento formativo”. Il corso proseguirà con ulteriori appuntamenti, coinvolgendo tutto il personale dell’ASP in un percorso di aggiornamento e sensibilizzazione, per promuovere una cultura della sicurezza e dell’eccellenza nelle cure. Una sfida che parte dalla consapevolezza e dalla preparazione di chi ogni giorno è in prima linea per tutelare la salute dei cittadini.

 Roma - Una nuova tragedia legata a una liposuzione finita in tragedia accende nuovamente i riflettori su un fenomeno sempre più diffuso: la promozione aggressiva e incontrollata della chirurgia estetica sui social network. Il caso coinvolge un chirurgo privo di permessi e con precedenti per lesioni, ma con una forte presenza online. “I social hanno dato visibilità a chiunque”, denuncia Giancarlo Loiacono Bellavitis, presidente di ASSOMEDICOM, l’associazione di medici specialisti che da anni si batte per la regolamentazione della pubblicità sanitaria.

“È ora di intervenire con un organo che tuteli davvero i pazienti, bloccando annunci ingannevoli, sconti e offerte che sviliscono la medicina estetica, e segnalando i profili social irregolari agli ordini professionali”. Per rispondere a questa emergenza, ASSOMEDICOM annuncia la creazione del primo Osservatorio Nazionale sulla Pubblicità Sanitaria, con l’obiettivo di monitorare e segnalare abusi nel settore della comunicazione medica, in particolare quella che avviene sui canali digitali. “Il cittadino medio oggi cerca informazioni e ‘offerte’ sui social media, spesso ignaro dei reali rischi. Questo lo espone a professionisti improvvisati, privi di abilitazioni, che mettono a repentaglio la sua salute”, aggiunge Loiacono Bellavitis. La questione solleva un interrogativo allarmante: chi ha monitorato finora le attività promozionali dei chirurghi plastici sui social?

La risposta è inquietante: nessuno. “I social restano terra di nessuno”, avverte il presidente di ASSOMEDICOM, che invita ufficialmente l’Ordine dei Medici a sostenere l’iniziativa, conferendo all’Osservatorio un riconoscimento ufficiale e operativo. In un’epoca in cui la medicina si promuove con le logiche del marketing, il rischio che la salute diventi un bene da scontare è concreto. L’Osservatorio si pone come primo passo verso una nuova etica della comunicazione sanitaria: più trasparenza, più tutela, più consapevolezza.

Con l’arrivo della bella stagione, il balcone torna a essere il luogo ideale per rilassarsi all’aperto. Ma quando il sole cala, arrivano anche le zanzare, pronte a rovinare ogni momento di tranquillità. Fortunatamente, esistono soluzioni semplici, economiche e naturali per tenerle lontane, senza dover ricorrere a prodotti chimici o dispositivi costosi.

1. Prevenzione: niente acqua stagnante

Il primo passo è eliminare ogni possibile focolaio: le zanzare si riproducono in ambienti umidi, quindi meglio svuotare sottovasi, secchi, annaffiatoi e qualsiasi contenitore dove possa accumularsi acqua. Mantenere il balcone pulito e ordinato aiuta a ridurre le aree dove questi insetti si nascondono.

2. Reti e protezioni leggere

Una soluzione pratica è installare reti antizanzare, anche fai-da-te, con chiusure a velcro o magnetiche. Sul balcone, si possono usare zanzariere a tenda o teli in tulle da agricoltura, per creare una sorta di veranda dall’effetto bohémien: belli da vedere e molto funzionali.

3. Piante antizanzare: belle e utili

Alcune piante, oltre a decorare, funzionano da repellenti naturali:

Citronella classica e profumata, detestata dalle zanzare.
Geranio odoroso: esiste in varietà alla menta, rosa o limone.
Lavanda: elegante e perfetta per le bordure.
Basilico e menta: utili in cucina e anti-zanzare se poste vicino alle luci.

Un angolo verde con queste piante non solo abbellisce, ma tiene lontani gli insetti e attira farfalle e api.

4. Rimedi fai-da-te: efficaci e creativi

Tra i metodi casalinghi più diffusi:

Candele alla citronella: profumo e luce per un’atmosfera suggestiva e protetta.
Spray naturali: con acqua e oli essenziali (lavanda, eucalipto, limone).
Rimedi della nonna: bruciare caffè in polvere, scorze d’arancia o limoni con chiodi di garofano sono soluzioni creative che spesso funzionano sorprendentemente bene.

 Proteggere il balcone dalle zanzare non richiede grandi spese: con un po’ di creatività e attenzione si può creare uno spazio all’aperto bello, vivibile e a prova di insetto, perfetto per godersi le serate estive in totale relax.

Cosa mangi può influenzare quanto vivi. Un grande studio internazionale (oltre un milione di persone analizzate) pubblicato su Advances in Nutrition, con la partecipazione dell’Università di Bologna – conferma che alcuni alimenti favoriscono la longevità, mentre altri aumentano il rischio di mortalità.

Cosa allunga la vita?
Noci, cereali integrali, frutta, verdura, pesce: ricchi di fibre, grassi buoni, antiossidanti e nutrienti che riducono l’infiammazione e lo stress ossidativo, migliorano la salute metabolica e cardiovascolare.

Cosa consumare con moderazione?
Legumi, carni bianche e uova, sebbene alcuni studi mostrino effetti neutri o marginalmente negativi sull’aspettativa di vita.

Cosa accorcia la vita?
Carni rosse (specie lavorate), bevande zuccherate, zuccheri aggiunti e cereali raffinati: associati a infiammazione cronica, iperglicemia, aumento del rischio cardiovascolare e tumori.Il messaggio è chiaro: una dieta sana non è solo una questione estetica, ma una vera e propria assicurazione sulla vita. La scienza lo conferma: la longevità si costruisce a tavola.