La meningite è una grave minaccia globale per la salute pubblica.

A dare l’allarme sono le associazioni AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), UMEM (Unione Medica Euromediterranea) e Movimento Internazionale Uniti per Unire, a nome dei rispettivi direttivi e per voce del Presidente, Prof. Foad Aodi.

Il professore asserisce che nonostante i progressi scientifici, i vaccini e i protocolli clinici, ogni anno si registrano oltre 2,5 milioni di casi di meningite nel mondo provocando circa 240.000 decessi.

Tutto ciò perché in molti paesi sottosviluppati e oppressi dalla povertà mancano gli strumenti essenziali per contrastare tale catastrofe, le preoccupazioni principali sono causate anche da fattori ambientali e climatici, oltre che a quelli riguardanti l’inquinamento idrico, la forte carenza di strutture sanitarie. Inoltre sono da attenzionare particolarmente i territori colpiti dalle guerre che creano un ambiente perfetto per la diffusione della malattia amplificata dalle acque contaminate, dalla severa denutrizione e dalla promiscuità che si verifica all’interno dei campi profughi.

Il leader delle associazioni sottolinea l'importanza di promuovere l'educazione sanitaria per combattere le malattie infettive, focalizzandosi su campagne di prevenzione che sensibilizzano la popolazione su pratiche sanitarie adeguate, come la cottura corretta dei cibi e l’igiene ambientale. Propone anche di rafforzare l’insegnamento e la formazione in telemedicina per i medici, in modo che siano pronti ad affrontare le sfide sanitarie emergenti, in particolare nelle aree più remote e vulnerabili.

“La salute non può dipendere solo dalla geografia – conclude Aodi – se in Italia o in Francia una meningite può essere curata in poche ore, nei Paesi poveri o in guerra la stessa malattia uccide un bambino in un giorno. Serve giustizia sanitaria, non solo buone intenzioni”.