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- Categoria: Riceviamo e Pubblichiamo
Fermate la Terza Guerra Mondiale: un appello per la pace, prima che sia troppo tardi
A nome delle comunità mediche, accademiche e interreligiose che rappresento e in qualità di medico, giornalista e cittadino del mondo impegnato da oltre 25 anni per il dialogo e la pace tra i popoli, lancio un appello accorato e senza riserve: fermate la Terza Guerra Mondiale prima che sia troppo tardi. Lo diciamo da mesi, e naturalmente sin da quel fatidico 7 ottobre 2023: questo non è mai stato un conflitto circoscritto, ma una guerra senza confini, alimentata da interessi di “terzi e quarti attori” che traggono vantaggio da un Medio Oriente più che mai instabile e dilaniato.
Oggi, con l’attacco diretto tra Israele e Iran, e con la dichiarazione di Teheran che parla apertamente di guerra, e alla luce dell’armamento atomico nelle mani di Teheran, siamo entrati nel punto di non ritorno. L’escalation è in corso. E chi resta a guardare, sarà complice di un disastro umanitario senza precedenti! Serve un’azione diplomatica immediata, concreta, coraggiosa. Chiedo prima di tutto al Governo italiano, nella sua storica tradizione di mediazione e apertura al dialogo, di alzare la voce nei consessi internazionali, di spingere per un tavolo urgente tra le parti, coinvolgendo le Nazioni Unite e tutti gli attori geopolitici ancora capaci di influire.
All’Europa, chiediamo di non farsi trovare ancora una volta paralizzata e muta. All’America, chiediamo di tornare a essere forza di intercessione e non solo spettatrice o parte interessata o schierata in modo unilaterale . Dove sono oggi gli eredi del coraggio di Camp David? Dove sono gli architetti della diplomazia che almeno parlavano e cercavano di costruire pace quando tutto sembrava perduto?
Questa guerra – se non fermata ora – avrà un costo incalcolabile in vite umane, in distruzione, in odio. Pagheranno i popoli civili di ogni parte del mondo. Pagheranno le future generazioni. Pagheranno i bambini di Palestina, Tel Aviv, Tabriz, Beirut, Roma, New York. Nessuno sarà davvero al sicuro.
Ecco perché rinnoviamo con forza le nostre richieste, che sono da sempre le stesse: • Un cessate il fuoco immediato tra tutte le parti coinvolte. • L’apertura di corridoi umanitari e sanitari sicuri.
• Una Conferenza internazionale sulla Pace in Medio Oriente, che rimetta al centro la questione palestinese con l’obiettivo chiaro della creazione di uno Stato palestinese indipendente e riconosciuto.
• Un Piano globale di cooperazione e convivenza, che riconosca dignità a tutti i popoli della regione, nel rispetto del diritto internazionale. Senza una soluzione giusta e duratura alla questione palestinese, questo conflitto continuerà a riesplodere ciclicamente. Il dolore non ha confini. Ma neanche la speranza. Serve oggi più che mai uno scatto etico, politico, umano. Noi non smetteremo di parlare di pace. Ma la pace ha bisogno di alleati, non di silenzi. Prof. Foad Aodi Medico e giornalista
A nome delle nostre associazioni
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