Il trattamento combinato di acalabrutinib e venetoclax, entrambi orali e a durata fissa, potrebbe diventare il nuovo standard per la leucemia linfatica cronica (CLL) in prima linea. I risultati dello studio di fase 3 Amplify, presentati al Congresso ASH 2024, hanno mostrato che questa combinazione riduce significativamente il rischio di progressione della malattia rispetto alla chemio-immunoterapia, con una sopravvivenza libera da progressione (PFS) del 77% a 3 anni. Il regime ha mostrato una riduzione del rischio di progressione del 35% rispetto alla chemio-immunoterapia e un miglioramento della PFS nei pazienti con alto rischio.

Inoltre, la combinazione acalabrutinib-venetoclax ha dimostrato una risposta globale elevata (92,8%) e una buona tollerabilità, con vantaggi in termini di qualità della vita, grazie alla possibilità di somministrare la terapia a casa. Questo regime orale rappresenta un’alternativa promettente rispetto ai trattamenti tradizionali, riducendo gli accessi ospedalieri e i costi per il sistema sanitario. Le linee guida europee raccomandano terapie a durata fissa, come questa, che migliorano la gestione della malattia.

Acalabrutinib ha già mostrato benefici significativi nella CLL e anche nel linfoma mantellare, dove è in fase di studio in combinazione con chemio-immunoterapia. La ricerca continua, con AstraZeneca impegnata a sviluppare trattamenti innovativi per diverse patologie onco-ematologiche, offrendo nuove opzioni terapeutiche e speranze per i pazienti.