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- Categoria: Salute e Benessere
Sanità, il nuovo tariffario minaccia la sopravvivenza dei privati e grava sul pubblico
Il nuovo nomenclatore tariffario, introdotto dal ministero della Salute per stabilire i corrispettivi a carico del servizio sanitario nazionale, sta causando gravi preoccupazioni tra i privati convenzionati, con il rischio di impattare anche il settore pubblico. Secondo Elisa Interlandi, presidente di Anmed, le tariffe per le prestazioni specialistiche sono talmente basse da mettere a rischio la sopravvivenza delle strutture. Il decreto, previsto per entrare in vigore il 30 dicembre, è stato sospeso temporaneamente, ma il 31 dicembre il Tar Lazio ha revocato la sospensione, riaprendo il dibattito.
Molte aziende hanno aggiornato i software per applicare le nuove tariffe, ma poi sono state costrette a ripristinare i vecchi importi. Interlandi denuncia un abbassamento delle tariffe anche del 70% in alcuni casi, sottolineando che il ministero sta utilizzando i Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) per implementare un risparmio sul servizio sanitario, senza adeguare adeguatamente le tariffe precedenti. La situazione è particolarmente critica in Sicilia, dove i privati convenzionati potrebbero non essere più in grado di garantire molti servizi, limitandosi a quelli per donne in gravidanza e malati oncologici.
Le difficoltà non riguardano solo il settore privato, ma anche quello pubblico, che si troverebbe in difficoltà nell'affrontare un aumento della domanda, senza la possibilità di attrarre fornitori privati a causa dei rimborsi insufficienti. La situazione potrebbe portare a licenziamenti nelle strutture private e a una carenza di prestazioni sanitarie, con conseguente pressione sulle strutture pubbliche.
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