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- Categoria: Società e Costume
Società e Costume - La festa di San Giuseppe tra fede e tradizione
A pochi giorni della festa di San Giuseppe, nonché festa del papà, conosciamo meglio la sua figura e le tradizioni legate alla festa in suo onore. In Italia, come in altri paesi di tradizione cattolica – come Andorra, Belgio, Bolivia, Croazia, Honduras, Liechten-sten, Mozambico, Portogallo, Spagna e Svizzera – la festa di San Giuseppe viene celebrata il 19 marzo e ad essa è legata la festa del papà.
Non in tutti i paesi del mondo la festa del papà è legata alla figura di San Giuseppe. Ogni nazione ha storie e tradizioni differenti legate alla festa del Papà, negli Stati Uniti, ad esempio, viene celebrata il 19 giugno. Negli Usa la festa del papà nasce su iniziativa di una giovane donna, Sonora Smart Dood. Alla donna l’idea di istituire la festa del papà venne ascoltando un sermone in chiesa nel giorno della festa della mamma, durante il quale decise di organizzare una giornata simile dedicata al papà, è così il 19 giugno del 1910 negli Usa fu celebrato il primo Father's Day. La scelta del giorno da parte di Sonora Smart Dood non fu del tutto causale perché il 19 giugno era il giorno in cui suo padre faceva il compleanno. Successivamente, nel 1966, il Presidente Lyndon B. Johnson proclamerà “la festa del papà” come festa nazionale da celebrare ogni terza domenica di giugno.
Tutt’altra tradizione in Germania dove la Festa del Papà ha luogo nel giorno dell’Ascensione, quaranta giorni dopo la Pasqua, e viene chiamata “Männertag o Herrentag”, ossia “giorno degli uomini”. Nel clima di festa generale, i padri tedeschi sono soliti girare con dei carri, “ i Bollerwagen” (trainati da buoi o da altri uomini), e pieni zeppi di cibi tradizionali e bevande alcoliche.
In Italia la festa del Papà affonda le sue radici nel 1871 quando la chiesa universale proclamò San Giuseppe modello e protettore delle famiglie. Si narra che il culto a San Giuseppe ha origini più antiche: i primi a festeggiarlo furono i monaci benedettini nel 1030. Essi hanno svolto il loro ministero anche a Enna ed il loro monastero si trovava proprio nei locali dove sorge il Santuario dedicato a San Giuseppe. Ancora oggi ne è memoria l’ex scuola materna ed elementare di San Benedetto, attiva fino agli anni 90 e poi chiusa perché dichiarata inagibile. Secondo la tradizione cristiana, Giuseppe era il Padre putativo di Gesù ed era un falegname. Nel giorno della festa di San Giuseppe presso la nostra città, nel ricordo della sua professione era tradizione che tutti i falegnami della città si ritrovassero nella chiesa di San Cataldo. A raccontarci come si svolgeva la festa è Liborio Fornaia, uno degli ultimi falegnami. Già un mese prima della festa, racconta, lui e i suoi colleghi erano impegnati nella racconta delle offerte che servivano per sostenere le spese per l’organizzazione della festa. Nel giorno della festa il tutto si concentrava sulla celebrazione di una particolare messa, dedicata proprio ai falegnami, e sulla processione durante la quale la statua di San Giuseppe attraversava le vie delle città un po' come avviene ancora oggi. In realtà il Santo non viene ricordato solamente il 19 marzo, giorno della sua morte, ma anche il primo maggio. In quel giorno viene celebrato ancora San Giuseppe, non più come modello di Padre ma come lavoratore. Il culto a San Giuseppe come uomo si sviluppa fin dal V secolo in alcuni monasteri dell’Egitto, dove però la festa del Santo falegname veniva celebrata il 20 luglio.
Nel giorno del 19 marzo si assiste a una fusione tra tradizione e laicismo, da una parte ogni figlio o figlia elargisce un regalo al proprio padre e per l’occasione anche le scuole, soprattutto quelle dell’infanzia, si adoperano per aiutare i piccini per realizzare dei pensierini: oggettini, poesie e canzoncine dedicate al papà. Un’ altra tradizione molto sentita nel giorno di San Giuseppe sono le tavolate arricchite da cibi offerti, come voto per una grazia ricevuta o chiesta. Le tavolate vengono imbandite da diverse pietanze, dai primi ai secondi ai dolci e dopo essere stata visitata dal pubblico, a mezzogiorno, del 19 marzo, come da tradizione si invitato dei commensali. In alcune città sono parenti e amici che si mettono seduti per consumare le vivande mentre in altre città sono i poveri a sedersi alla tavolata. Sicuramente la seconda opzione si avvicina di più al messaggio evangelico che ci invita ad avere cura degli ultimi e di dare da mangiare agli affamati. La festa di San Giuseppe ormai da diversi anni non è più una festa riconosciuta a livello civile ma è un giornata molto sentita dal popolo ennese per la sua devozione e tradizione.
Andrea Fornaia
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