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Istituzione del garante per la persona con disabilità per garantire l'applicazione dei diritti
Ieri in consiglio comunale la istituzione del Garante della Disabilita, il cui regolamento è stato di fatto bocciato. Ovviamente se ne riparlerà in una delle prossime sedute d'aula e comunque sarà un regolamento che dovrà necessariamente essere approvato.
Non si capisce bene cosa sia successo, con tutta una serie di aggiustamenti che probabilmente non avevano motivo di essere, ma una cosa è certa: la figura del Garante, per esempio, non deve necessariamente avere un titolo di laurea. Il garante deve essere una persona che sa cosa sia la disabilità e che sappia e voglia spendersi per venire incontro alle persone diversamente abili.
Chi lo dice che uno psicologo saprà fare il Garante? Oppure un medico, un ingegnere e via dicendo?
Perchè il garante non potrebbe essere rappresentato, per esempio da un genitore o un familiare di disabile che vive ogni giorno della propria esistenza a contatto con la disabilità? O ancora da un rappresentante che opera nel mondo della riabilitazione?
Le principali funzioni del Garante sono:
- Collaborare con i Garanti regionali e nazionali e comunicare eventuali violazioni della Convenzione ONU.
- Intervenire, su iniziativa propria o su segnalazione, in casi di discriminazione, irregolarità o comportamenti lesivi dei diritti delle persone con disabilità.
- Sensibilizzare le istituzioni e promuovere progetti individuali per persone con disabilità.
- Proporre iniziative normative e attività formative per garantire il rispetto dei diritti delle persone con disabilità.
- Collaborare alla raccolta di dati per monitorare la condizione delle persone con disabilità nel territorio comunale.
E per fare tutto ciò ci vuole la laurea o un titolo nobiliare? Crediamo proprio di no.
L’istituzione del Garante per la Persona con Disabilità rappresenta un significativo passo avanti verso la tutela dei diritti e la promozione dell’inclusione sociale delle persone con disabilità, in linea con i principi di equità e giustizia sociale sanciti a livello nazionale e internazionale.
Di questo ha bisogno il Comune di Enna non di possibili logiche spartitorie per accontentare ora questo o quel “cliente”.
Massimo Castagna
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