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- Categoria: Economia e Lavoro
Messina - Mobilità in Sicilia: un'emergenza tra opere bloccate e diritti negati
In Sicilia si registrano 268 opere pubbliche per la mobilità bloccate o in forte ritardo, mentre 80 comuni non sono serviti dal trasporto pubblico locale. La viabilità secondaria è in stato di abbandono da 15 anni. Questo quadro è stato denunciato dalla Cgil Sicilia durante una manifestazione a Messina nell’ambito della campagna “Cambiamo il futuro della Sicilia”.
Le opere strategiche ferme includono:
- La bretella autostradale Nord-Sud (Santo Stefano di Camastra – Enna – Caltanissetta – Gela).
- L’anello Gela-Agrigento-Castelvetrano.
- Collegamenti ferroviari come la Catania-Messina-Palermo (limitata a media velocità), la Palermo-Trapani, e la Catania-Siracusa-Ragusa.
Secondo il segretario generale Alfio Mannino, il completamento di queste infrastrutture favorirebbe non solo una mobilità più agevole, ma anche lo sviluppo economico dell’isola. Tuttavia, per realizzare le opere servono 30 miliardi di euro, inclusi 12 miliardi per le infrastrutture autostradali.
Criticità principali:
- Mancanza di fondi per interventi di adeguamento e sicurezza, con oltre 3 miliardi necessari per viadotti e gallerie.
- Restrizioni di corsia che non corrispondono a cantieri attivi, ma a misure temporanee per evitare la chiusura delle strade.
- Abbandono delle aree interne, con 80 comuni senza collegamenti autobus.
Proposte della Cgil:
- Un piano quinquennale con Anas e Rfi per accelerare la spesa e sbloccare le opere.
- Riformare il trasporto pubblico locale per servire l’interesse collettivo.
- Investire in progetti come la Circumetnea per favorire il collegamento delle aree agricole e turistiche.
La Cgil critica l'investimento sul ponte sullo Stretto, ritenendo prioritario utilizzare i fondi per migliorare la mobilità interna, considerata una questione di diritto negato ai cittadini siciliani.
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