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- Categoria: Economia e Lavoro
Sicilia - Allarme morti sul lavoro: +69% nel 2025. Lionti (UIL): “Strage silenziosa, servono ispettori e pene più severe”
Palermo - Nel primo quadrimestre del 2025, la Sicilia si colloca al secondo posto in Italia — subito dopo il Veneto — per aumento di incidenti mortali sul lavoro: 22 vittime, contro le 13 dello stesso periodo nel 2024. Un incremento del 69% che scuote la coscienza e accende il dibattito sulle politiche di sicurezza nei luoghi di lavoro. A lanciare l’allarme è Luisella Lionti, segretaria generale della UIL Sicilia, che parla di una “escalation inquietante nell’inerzia della politica”. Lionti denuncia il continuo silenzio delle istituzioni: “Chiediamo da tempo più ispettori, controlli seri, formazione efficace e l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro nel Codice penale, ma tutto resta inascoltato”.
Il rapporto Inail non parla solo di morti, ma anche di infortuni: 6967 casi in Sicilia tra gennaio e aprile 2025, cifra in linea con il 2024 (7028). Tuttavia, i numeri nazionali sono altrettanto allarmanti: 286 denunce di infortunio con esito mortale nei primi quattro mesi dell’anno, 21 in più rispetto allo stesso periodo del 2024. “Basta con le lacrime di coccodrillo — tuona Lionti — servono investimenti concreti in sicurezza. La UIL ha lanciato la campagna #Zeromortisullavoro con il nostro segretario nazionale PierPaolo Bombardieri per chiedere giustizia per le vittime e le loro famiglie. Non possiamo più tollerare questa strage silenziosa.”
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