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- Categoria: Economia e Lavoro
Il PIL del Mezzogiorno cresce oltre la media nazionale. Capone (UGL): “Segnale positivo, ma servono interventi strutturali per colmare i divari”
Roma - Secondo i dati diffusi dall’Istat, il Mezzogiorno ha registrato nel 2023 una crescita del PIL pari all’1,5%, superando la media nazionale. Un dato che, per Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, rappresenta un segnale incoraggiante per il Sud Italia e conferma che “laddove vi siano investimenti e politiche mirate, il Sud è perfettamente in grado di esprimere il proprio potenziale”. La crescita, sottolinea Capone, è frutto anche delle misure messe in campo dal Governo, come gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), le semplificazioni amministrative e le agevolazioni fiscali dedicate al Mezzogiorno.
“Sono strumenti che – ha spiegato – stanno cominciando a produrre effetti tangibili sui territori, ma non possiamo fermarci qui”. Nonostante il dato positivo, permangono significativi divari in termini di PIL pro-capite, reddito disponibile e qualità dei servizi, in particolare nel settore dell’infanzia e del welfare sociosanitario. “È indispensabile rafforzare gli sforzi – ha aggiunto – attraverso un piano straordinario per l’occupazione, il rilancio dell’industria e il potenziamento dei servizi pubblici essenziali”.
Tra le priorità indicate da Capone c’è anche il superamento del gap infrastrutturale con il Nord Italia. In tal senso, il Ponte sullo Stretto di Messina viene visto come un’opera strategica: “Garantire la continuità territoriale con la Sicilia significa favorire uno sviluppo omogeneo in tutto il Sud e rafforzare l’unità del Paese”. Il leader sindacale ha infine ribadito l’importanza del Mezzogiorno come risorsa strategica per lo sviluppo dell’intera nazione: “Proseguire sulla strada della coesione sociale, della valorizzazione delle competenze locali e del rafforzamento delle infrastrutture è la chiave per offrire ai giovani e alle famiglie del Sud prospettive concrete e durature”.
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