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Violenza in corsia: infermiere aggredito al “Perrino” di Brindisi. Il Nursing Up lancia corsi di autodifesa per operatori sanitari
Roma - Un altro grave episodio di violenza si è consumato nel pronto soccorso dell’ospedale “Perrino” di Brindisi, dove un infermiere è stato colpito al volto da un paziente psichiatrico. Il bilancio è pesante: fratture, trauma oculare e una prognosi di quindici giorni.
Ma questa non è un’eccezione: è l’ennesima aggressione che si inserisce in un lungo elenco di episodi simili che quotidianamente mettono in pericolo la sicurezza degli operatori sanitari nelle strutture ospedaliere italiane.
Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato degli infermieri Nursing Up, lancia un monito chiaro: «Gli ospedali non possono diventare un ring. Ma oggi lo sono. Se la politica resta a guardare, interverremo noi».
E infatti, dalla Toscana parte una risposta concreta: corsi di autodifesa per infermieri, promossi e finanziati dal sindacato. Le prime sedi ad attivarli sono Careggi, il Meyer e l’ASL Toscana Centro. Questi corsi non insegnano a colpire, ma a difendersi, gestendo le situazioni critiche soprattutto nei turni notturni, quando spesso gli ospedali sono sprovvisti di presidi di polizia.
Secondo De Palma, la maggior parte delle vittime di aggressioni sono donne. Le violenze derivano da frustrazione, rabbia ed esasperazione, ma a pagarne il prezzo sono spesso i professionisti che lavorano in una sanità territoriale disorganizzata e priva di adeguati sistemi di sicurezza. «Non addestriamo ad attaccare – precisa De Palma – ma formiamo gli infermieri a non subire più in silenzio». Il messaggio è chiaro: dove lo Stato non arriva, il sindacato si fa carico della difesa dei lavoratori della sanità, promuovendo cultura, formazione e sicurezza.
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