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La crisi idrica impone una battaglia comune, non posti in prima fila
Ci sono momenti, situazioni, e la grave crisi idrica che sta interessando non solo il nostro territorio ma complessivamente la Sicilia a rischio desertificazione, dove ruoli istituzionali, almeno in apparenza contrapposti, come normalmente accade tra i rappresentanti delle OOSS dei lavoratori e quelle delle aziende, devono essere accantonati per lasciare spazio all'interesse primario che è quello della collettività e dei cittadini a cominciare dai più deboli, trovando le ragioni di una battaglia comune.
Il segretario generale della Cisl siciliana pretende una maggiore chiarezza sull'attuale crisi. "Chiarezza"?
Non è forse ancora chiara la situazione di un territorio che è oramai allo stremo delle forze, sig. neo segretario regionale della Cisl?
La mobilitazione della gente scesa in strada autonomamente e dappertutto: Agrigento, Caltanissetta ed Enna, da cui è partita l'iniziativa, per chiedere l'abbassamento delle bollette, più trasperenza da parte dell'ente gestore e maggiore impegno da parte delle istituzioni politiche, sindaci in testa, non sono forse sufficienti per una mobilitazione generale che veda lavoratori e imprenditori, questa volta insieme, per rivendicare il ripristino delle basilari condizioni di civiltà?
Cosa state aspettando a unire le forze per pretendere maggiore attenzione da parte del governo regionale e nazionale?
Lo capite o no che siamo alla frutta e che necessitano soluzioni di lungo respiro, a prescindere da quanta pioggia cadrà, ammesso che arriverà, oltre a cercare di governare l'emergenza?
Quindi il problema, gentili segretari regionale e territoriale, non è quello di rivendicare un posto in prima fila ma semmai di quali azioni porre in essere, prima che sia troppo tardi.
Giovanni Lunardo
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