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La storia non la fanno solo i grandi uomini
È nelle cose che quando si narri la storia di un luogo si tenda a ricordare solo i nomi di chi ha avuto l'onore di entrare a far parte, nel bene e nel male, dell'Olimpo degli illustri: Verre, Kamut, Federico II di Svevia, Federico d'Aragona, Napoleone Colajanni, il comandante Barbato e ancora, nel mondo delle arti e della cultura, Coppola, Savarese, Franco Enna, Domina, Neglia, il canonico Alessi. L'elenco non è esaustivo, si tratta solo di esempi di uomini che hanno segnato la storia di Enna.
C'è però un fatto, che spesso viene sottovalutato. La storia non è fatta solo di uomini illustri ma anche e soprattutto di migliaia di donne e uomini comuni di cui si sa poco o nulla, persone dimenticate dagli annali le cui vite hanno contribuito a tracciare il solco dell'identità di un popolo.
Tra questi sicuramente ci sono i tanti lavoratori della civiltà mineraria. Il lavoro nelle miniere è stato per decenni un tratto distintivo della nostra comunità, un pezzo di storia fatto di tante piccole-grandi storie di lotta, fatica, lavoro, sfruttamento e tentativi di emancipazione che oggi rischia di scomparire per sempre.
Ho letto nei giorni scorsi della proposta di allocare ad Enna bassa un monumento per ricordare questo importante pezzo della storia di Enna e la proposta non può che essere accolta favorevolmente. Spero che anche l'amministrazione comunale possa farlo, nel tentativo consegnare alla storia il ricordo collettivo di centinaia e centinaia di ennesi che nel tempo hanno contribuito a costruire l'identità di cui noi oggi siamo eredi.
Marco Greco
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