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Gli altri…disabili
In Italia esistono circa 13 milioni di disabili di cui 3 milioni in modo grave che spesso vivono in condizioni di povertà assoluta, inoltre, come ha detto il presidente della FAND Nazaro Pagano ci sono altri 18/20 milioni di disabili che non sanno di essere disabili perché credono di essere sani e considerano i disabili come esseri inferiori da guardare con finto pietismo caritatevole, con espressioni tipo mischino, poverino, ma tenendo le distanze perché sempre diversi da loro sono. Diversi da chi?
Non penso di essere capace di parlare in modo approfondito di questo argomento così delicato, ma voglio esporre delle mie osservazioni sulla disabilità occasionale o temporanea che può interessare ognuno di noi in qualsiasi momento della vita.
1° caso: ti trovi in gita in un paese straniero insieme ad un gruppo organizzato con relativa guida, per un motivo qualsiasi ti distrai e ti allontani dal gruppo, ti rendi conto che sei solo non conosci la lingua, non sai da quale parte andare, il cellulare non prende, non c’è campo, ti fai dominare dal panico più totale, sei disperato e confuso. Se qualcuno mi potesse aiutare! ma non conosci nessuno e nessuno ti conosce, come devo fare, chi mi può aiutare?
2° caso: a causa di una caduta subisci la frattura di un arto che usi abitualmente, non riesci ad avere l’autonomia che avevi prima, sei in grande difficoltà diventi nervoso e nevrastenico, per riprendere la vita normale devono passare tre lunghi mesi, come potrò riuscire a vivere in queste condizioni?
3° caso: una ischemia cerebrale può causare la riduzione temporanea della mobilità di un braccio o di una gamba o ambedue, la prima cosa che si pensa è: ma perché doveva capitare proprio a me? Come faccio ora, mi muovevo molto bene, e se dovessi rimanere così? meglio morire!
Altri casi in cui si può perdere la vista, la parola, l’uso delle gambe, la capacità mentale, in modo temporaneo o definitivo devono fare riflettere. Ognuno di noi si augura che non possa mai capitare nulla di tutto questo. E se capita?
Chi nasce disabile o lo diventa a causa di malattia, merita il massimo rispetto, perché la dignità, la rispettabilità, l’amor proprio, non sono doti solo delle persone sane ma di tutti, soprattutto dei disabili, che per ottenere dei risultati accettabili devono lavorare molto di più, ottenendo spesso, risultati strabilianti che tanti cosiddetti sani non si sognano lontanamente.
Per fortuna nella società di oggi, anche se c’è ancora molto da fare, esistono leggi in favore dei disabili tese al superamento delle barriere architettoniche, associazioni di volontariato con finanziamento pubblico e privato dove lavorano seri professionisti, dove si cerca di migliorarne le condizioni di vita personale e sociale, siano essi bambini, ragazzi o adulti, con disabilità fisica o mentale.
Bisogna tenere conto che ogni disabile può lavorare, fare sport, sposarsi, avere figli, condividere con altre persone attività ludiche, fare teatro e cinema, avere dei progetti da realizzare. Chi è disabile può e deve avere diritto alla sua normalità.
Angelo Miano osservatore indipendente
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