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- Categoria: Etica e Religiosità
L’arte della saggia ritirata: una vittoria nella sconfitta
Mons. Yoannis Lazhi Gaid riflette sull'importanza della ritirata strategica come espressione di saggezza e maturità, contrapposta all’ossessione per la vittoria a tutti i costi. Nella vita, saper quando avanzare e quando indietreggiare è un’abilità cruciale per affrontare le sfide con discernimento.
Mentre molti vedono la vittoria come l’unico obiettivo, la vera forza risiede nel saper perdere con dignità, evitando conflitti inutili e proteggendo ciò che conta davvero. Ritirarsi non significa arrendersi, ma preservare sé stessi e i propri valori, lasciando che il tempo e la verità facciano il loro corso.
Quando è saggio ritirarsi?
Alcune circostanze suggeriscono la ritirata come scelta migliore:
- Di fronte a un avversario spregevole, per non abbassarsi al suo livello.
- Quando la superiorità dell’altro è schiacciante, per evitare distruzioni inutili.
- Per proteggere sé stessi e gli altri, scegliendo battaglie più importanti.
- Per dare tempo alla riflessione, favorendo soluzioni più sagge.
- Per destabilizzare l’avversario, rompendo il ciclo dell’odio.
- Per valutare con realismo, evitando azioni impulsive e controproducenti.
Principi della ritirata saggia
- Autocontrollo e disciplina per evitare reazioni impulsive.
- Pianificazione e visione a lungo termine, per gestire al meglio le situazioni.
- Capacità di concentrazione, evitando di disperdere energie in conflitti futili.
- Preparazione strategica, per tornare più forti quando necessario.
Esempi di sagge ritirate
- Il silenzio di Cristo davanti a Pilato, simbolo di forza interiore.
- Giuseppe d’Egitto, che attese con pazienza la giustizia divina.
- Napoleone in Russia, costretto alla ritirata per evitare una disfatta totale.
Conclusione
La saggia ritirata non è segno di debolezza, ma di coraggio e discernimento. Essa distingue chi è guidato dall’orgoglio da chi, con umiltà, sa scegliere le battaglie giuste. Non è codardia né opportunismo, ma la capacità di rispondere al male con il bene, secondo l’insegnamento evangelico: una vittoria più grande della semplice sopraffazione.
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