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Categoria: Scuola
11 Maggio 2025

Allarme educazione digitale: il CNDDU chiede interventi urgenti dopo il caso Twitch

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) ha manifestato profonda preoccupazione in relazione a untwitch episodio recentemente riportato dai media, riguardante uno streamer attivo sulla piattaforma Twitch, pubblicamente accusato – in assenza di un regolare processo – di aver intrattenuto conversazioni a sfondo sessuale con una ragazza di 14 anni. L’accusa, diffusa tramite video virali senza il supporto di riscontri oggettivi o denunce formali, ha generato un vero e proprio “tribunale dei social”, caratterizzato da giudizi sommari e condanne morali, a discapito del principio di garantismo e del rispetto del diritto.

L’episodio si inserisce in una serie di casi simili verificatisi nel 2025, tra cui quello di uno youtuber statunitense indagato per adescamento via Discord e quello di un TikToker francese sospeso da tutte le piattaforme per comunicazioni ambigue con follower minorenni. Tali eventi confermano la crescente esposizione dei minori a rischi concreti negli ambienti digitali non regolamentati. Il CNDDU sottolinea l’urgenza di introdurre, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, percorsi strutturati di educazione digitale, affettiva e legale, con l’obiettivo di: sensibilizzare gli studenti sui pericoli dell’adescamento online; fornire strumenti di autodifesa psicologica e digitale; chiarire la distinzione tra responsabilità morale e responsabilità penale; promuovere una cultura della legalità fondata sulla dignità delle persone coinvolte.

Tra le proposte educative da avviare già nel prossimo anno scolastico, il Coordinamento prevede: laboratori sul rispetto digitale e sul contrasto all’hate speech, in collaborazione con esperti legali, psicologi dell’età evolutiva e forze dell’ordine; incontri interattivi per studenti, docenti e genitori sul tema del consenso, del diritto alla privacy e delle conseguenze giuridiche delle condotte online; simulazioni didattiche di “tribunali etici” scolastici, per far comprendere agli alunni la differenza tra giudizio sociale e giudizio giuridico; attività interdisciplinari tra diritto, filosofia ed educazione civica, per analizzare in modo critico e informato casi di cronaca, incluso il recente episodio legato alla piattaforma Twitch. Il CNDDU ribadisce che il digitale non rappresenta uno spazio neutro o virtuale, bensì una dimensione quotidiana e reale per le nuove generazioni. Per questo motivo, comportamenti lesivi, provenienti sia da adulti che da minori, devono essere riconosciuti, prevenuti e affrontati con strumenti educativi adeguati. Allo stesso tempo, è fondamentale contrastare il fenomeno crescente della giustizia mediatica, che trasforma i social in luoghi di condanna pubblica, con effetti potenzialmente devastanti per tutti i soggetti coinvolti.

Il Coordinamento rivolge infine un appello al Ministero dell’Istruzione e del Merito, al Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e a tutte le istituzioni scolastiche affinché si impegnino concretamente a rafforzare nei giovani la consapevolezza rispetto ai diritti digitali, alla comunicazione responsabile e ai limiti dell’influenza dei social media nella costruzione dell’identità e della reputazione. Solo attraverso un’educazione consapevole, integrata e continuativa sarà possibile promuovere una cittadinanza digitale fondata su diritti, rispetto e responsabilità.

  • educazione digitale, minori, adescamento online, Twitch, responsabilità penale, hate speech, scuola, CNDDU, social media, cittadinanza digitale
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