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Piazza Armerina (EN) - Da oggi c'è Piazza “Sandra Crescimanno”, il ricordo di una vittima della cultura troglodita
C'era una volta ... come nelle favole, un gruppo di ragazzi a Piazza Armerina che soleva incontrarsi alla "villetta", una piazza, intitolata poi a Boris Giuliano, di forma irregolare che della villetta aveva le aiuole, rigorosamente sempre in attesa di verde, tracciate con una bordura che fungeva da sedile di fortuna, dove c'era anche la sede dell'ENEL. Si incontravano per chiacchierare, passare le serate in amicizia. Erano quelli della villetta o dell'ENEL.
Tutti più o meno coetanei si intrattenevano, spesso fino a tardi ...ma non tardissimo perchè c'era da studiare per l'interrogazione o "la materia" all'università: erano tutti di buona famiglia con saldi princìpi.
Eh sì, c'erano anche quelli alle prese con la scelta dell'università dopo il diploma ed a quei tempi la scelta siciliana era Catania, Palermo o, per chi amava gli animali, la facoltà veterinaria di Messina.
Sandra Crescimanno fece una scelta "coraggiosa": erano i primi Anni Ottanta e la sua passione la portò a Venezia per lo studio alla Facoltà di Lingue Orientali.
Lei era sempre solare, di un solare contagioso: a quei tempi i social non c'erano e le reciproche notizie viaggiavano lentamente con la posta. Al massimo si poteva scrivere ingenuamente sulla busta "corri postino!" per illudersi di un pronto recapito della letterina.
Ed in una di quelle letterine Sandra raccontava del suo primo approccio con la città di Venezia, degli studi universitari che la appassionavano e delle frasi di cinese moderno che si apprestava a tradurre.
Nessuno avrebbe mai sospettato un simile epilogo: l'incontro con una persona che si dichiarava "innamorato" e che per questo, unilateralmente, aveva deciso che dovesse essere la sua ragazza.
Certe persone non accettano rifiuti e, nel caso di Sandra, lo spasimante affidò ad un coltello l'opera di "convincimento" estremo per poi suicidarsi a sua volta.
Sandra: eroina, suo malgrado, di una cultura maschilista trovata agli antipodi di quel meridione conosciuto, a torto, come la culla del maschilismo, a dimostrazione che certa cultura maschilista non conosce latitudini e longitudini.
L'orrore non parla nessun dialetto preciso. L'orrore parla una lingua unica che è quella dell'ignoranza e della presunzione: io presumo giusto di essere..., di volere....
Ogni anno i femminicidi raccontano questa realtà e ogni volta si inorridisce, manco fosse la prima volta!, e ci si domanda come fare ad arginarla. La scuola, la famiglia, la società, tutti dovrebbero, dovremmo, essere impegnati a rendere ovvia una sola considerazione: la donna non è di nessuno! La donna è di sè stessa e deve essere autrice della sua vita senza alcun tutoraggio maschile.
E' questo il messaggio che Sandra Crescimanno, suo malgrado, ha testimoniato con la vita, con l'auspicio che l'Associazione contro la violenza di genere "Donne insieme", che porta il suo nome, possa diventare un giorno "Tutti insieme", per rendere ovvio un concetto ... semplicemente ovvio.
Filippo Giunta
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