Enna - Un dio smemorato, un universo in tilt, e l’umanità sospesa nel silenzio di un cielo offline: è da questa immagine surreale, tagliente e insieme poetica che nasce l’ultimo lavoro di Giovanni Lo Giudice. Il titolo, già di per sé emblematico – E pensare che ero un dio ma poi ho dimenticato username e password – anticipa lo spirito dissacrante e profondamente contemporaneo di un’opera che sfida la logica e stuzzica il pensiero. Il libro ci accompagna in una narrazione ironica e spiazzante, in cui l’assenza divina non è causata da castighi o maledizioni bibliche, ma da un banale (e modernissimo) blackout digitale. La divinità creatrice non è crudele, né salvifica: è semplicemente... distratta. Un dio stanco, forse in pensione, che ha perso l’accesso al suo stesso universo. Il risultato è un mondo in cui il caos non è opera del male, ma figlio dell’oblio.

Lo Giudice costruisce con intelligenza una metafora potente e attualissima: se il divino ha dimenticato come si accede al creato, allora forse tocca a noi, agli esseri umani, riscoprire il senso di ciò che siamo. Una riflessione profonda mascherata da provocazione leggera, che riesce nell’impresa di far ridere e riflettere nello stesso istante. L’opera verrà presentata giovedì 5 giugno alle ore 18:30 presso Al Kenisa di Enna. A dialogare con l’autore saranno l’editore Maurizio Vetri e la giornalista Manuela Acqua, mentre la musicista Paola Matera arricchirà la serata con le sue interpretazioni sonore, capaci di restituire le vibrazioni emotive di un testo che non lascia indifferenti. Una serata da non perdere, così come il libro: per chi ama le letture che interrogano, che non danno risposte ma ne suggeriscono di nuove, e che trasformano l’assurdo in uno specchio sorprendentemente fedele della realtà.