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Bollette elettriche in calo? Solo in apparenza: tasse e oneri annullano i risparmi, Italia tra i Paesi più cari d’Europa
Nel 2024 il costo dell’energia elettrica è sceso, ma le famiglie italiane continuano a pagare tariffe tra le più alte d’Europa. La causa? L’esplosione di oneri, imposte e tasse, che annullano ogni beneficio derivante dalla discesa del prezzo dell’energia.
A certificare questo paradosso è l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, nella relazione annuale presentata dal presidente Stefano Besseghini, giunto al termine del suo mandato. Nonostante una riduzione dell’8% del prezzo lordo in Italia – da 38,64 a 35,7 centesimi per kWh – le bollette restano le seconde più care dell’UE, dopo la Germania. A pesare sono soprattutto le componenti fiscali, superiori del +51% rispetto alla Francia e del +36% rispetto alla Spagna.
Secondo l’Arera, il servizio di maggior tutela e quello a tutele graduali continuano a offrire condizioni più favorevoli rispetto al mercato libero. Nel 2024, il prezzo del servizio tutelato si è rivelato significativamente più basso, con una differenza che può arrivare fino a 40 punti percentuali. La concorrenza non ha dunque garantito risparmi, anche a causa di scelte poco consapevoli da parte dei consumatori, spesso disorientati da offerte complesse e dal pressing dei call center.
Anche le imprese italiane subiscono un’elevata pressione fiscale. Il prezzo lordo dell’elettricità per le aziende è calato dell’8,3%, ma resta comunque il più elevato tra i Paesi analizzati: +24% rispetto alla media dell’Eurozona, con una componente fiscale cresciuta del 15%. Questo aumento penalizza la competitività del sistema produttivo nazionale.
Arera ha criticato la norma che consente di scaricare in bolletta gli oneri derivanti dall’allungamento delle concessioni infrastrutturali ai distributori di energia. Un meccanismo – spiega l’Authority – che viola i principi di tariffazione basati sui costi efficienti e grava ingiustamente sui consumatori.
Nel 2024 i consumi elettrici sono aumentati del 2,3%, trainati soprattutto dal settore residenziale, mentre l’industria ha registrato una lieve contrazione (-0,5%). Cresce anche la produzione nazionale, con un netto +14,9% delle fonti rinnovabili grazie soprattutto al boom dell’idroelettrico (+30,2%). Tuttavia, i costi per incentivare le rinnovabili sono saliti a 8,9 miliardi di euro.
Il consumo globale di gas naturale è tornato a crescere (+2,8%), toccando i massimi storici. Anche l’Italia ha registrato un leggero aumento dello 0,6%, in controtendenza rispetto a Paesi come Francia e Spagna, dove si è puntato con decisione su fonti alternative come il nucleare e le rinnovabili.
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