L'incendio divampato ieri all’Oasi di Troina continua a suscitare forti inquietudini, soprattutto per la possibilità che dietro il rogo vi sia una matrice dolosa. Fortunatamente, il tempestivo intervento delle squadre di soccorso ha evitato il peggio: nessun ferito tra i pazienti e il personale sanitario, mentre i danni materiali, seppur ingenti, non hanno compromesso in modo significativo la struttura. La procura di Enna avrebbe in tal senso aperto una inchiesta.

Gli investigatori stanno esaminando ogni dettaglio per fare luce sulle cause dell’incendio, ma tra le ipotesi più allarmanti c’è proprio quella del dolo. Non si esclude che le fiamme siano state appiccate volontariamente, un gesto che avrebbe potuto avere conseguenze devastanti. Le indagini, condotte dai carabinieri, si concentrano sulla ricostruzione meticolosa degli eventi precedenti e successivi al rogo, anche attraverso l’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona.

Il fuoco si è propagato in un’area destinata a sala d’attesa, arredata con divanetti e ambulatori medici, dove fortunatamente non erano presenti pazienti ricoverati al momento del disastro. L’evacuazione della struttura è stata immediata e, dopo circa tre ore di operazioni di messa in sicurezza, l’attività sanitaria ha potuto riprendere regolarmente.

Resta ora da chiarire un interrogativo fondamentale: quale potrebbe essere il movente di un gesto tanto pericoloso? Perché mettere a rischio la sicurezza di ospiti, familiari e operatori dell’Oasi di Troina? Secondo alcune indiscrezioni, nei giorni scorsi sarebbero state rivolte minacce nei confronti della struttura e dei suoi operatori. Gli inquirenti stanno valutando con la massima attenzione ogni possibile collegamento tra questi episodi e l’incendio, cercando di risalire ai responsabili di un atto che, se confermato come doloso, rappresenterebbe un crimine gravissimo.