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Roma – Quando si dice “hai una memoria di elefante”: ecco la proteina scoperta
Un team di neuroscienziati della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica, Campus di Roma, insieme alla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, ha sviluppato una proteina ingegnerizzata denominata Limk1, attiva nel cervello e con un ruolo chiave nella memoria. Aggiungendo un "interruttore molecolare" alla Limk1, attivabile mediante la somministrazione del farmaco rapamicina, noto per i suoi effetti anti-aging, il team ha ottenuto risultati promettenti.
Lo studio, pubblicato su 'Science Advances', è stato finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca, dalla Fondazione Americana Alzheimer’s Association e dal Ministero della Salute. La modifica genetica della Limk1 è stata testata su animali di laboratorio con deterioramento delle performance cognitive legate all'età, evidenziando un notevole miglioramento della memoria.
La Limk1 svolge un ruolo cruciale nella formazione delle spine dendritiche, connessioni neurali fondamentali per l'apprendimento e la memoria. Manipolare questa proteina tramite un "interruttore molecolare" attivato dalla rapamicina ha dimostrato di potenziare la plasticità sinaptica e, di conseguenza, i processi fisiologici legati alla memoria.
Il team ha utilizzato un'innovativa strategia "chemogenetica", combinando genetica e chimica, sfruttando la rapamicina come elemento chiave. La rapamicina è un immunosoppressore noto per i suoi benefici effetti sul cervello e per aumentare le aspettative di vita.
Sebbene il trattamento abbia mostrato successo in modelli animali, il prossimo passo sarà valutare la sua efficacia in modelli sperimentali di malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer, e condurre ulteriori studi per la sua applicabilità nell'uomo. La ricerca apre la strada a ulteriori sviluppi di proteine ingegnerizzate che potrebbero rivoluzionare la neurologia e le terapie correlate.
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