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Calcio - Luca Amaradio, l'origine ennese dal cuore bianconero: la sua prima stagione con la Juventus
Luca Amaradio racconta il suo primo anno in bianconero: tra emozioni, sacrifici e sogni da realizzare
Luca Amaradio, genitori di Enna, lui nato ad Arquata Scrivia in provincia di Alessandria. Ha vissuto una stagione da ricordare con la Juventus Next Gen, una tappa importante in un percorso che profuma di futuro. Il giovane talento ha condiviso le emozioni del suo primo anno in bianconero, dalla sorpresa iniziale all’adattamento alla vita da professionista, passando per la crescita personale e l’inseguimento di un sogno.
«Io sono rimasto scioccato. L’ho scoperto in modo talmente normale che non me ne sono nemmeno reso conto», ha raccontato Luca, ricordando il momento in cui ha saputo che sarebbe diventato un giocatore della Juventus Next Gen. La notizia gli è arrivata tra un caffè e un sorriso, durante una partita tra Monza e Atalanta, per bocca del suo agente.
Un momento che ha cambiato tutto. La Juventus, in fondo, era già nel suo destino. Da piccolo, infatti, Luca indossava le maglie di Pogba, Dybala e Del Piero, simboli bianconeri che hanno ispirato la sua crescita calcistica. E anche quando, anni fa, fece un provino con la Juve indossando la maglia numero 4 – quella di Martin Caceres – l’emozione fu tale da rimanere impressa nella memoria. Il salto nel professionismo ha portato con sé anche le sfide della vita quotidiana.
Vivere da solo, lontano da casa, ha imposto nuove responsabilità. Amaradio ha imparato a cavarsela: cucina, bucato e ordine personale fanno ormai parte della sua routine. «Il riso e il pollo sono il mio forte, ma per le lenzuola... chiedo ancora una mano a mia mamma!», ammette con il sorriso. Sul campo, l’impatto con il professionismo è stato tosto.
Il ritmo, la fisicità e l’intensità sono cresciuti esponenzialmente rispetto alle sue esperienze precedenti al Derthona. Ma Luca non si è tirato indietro. Ha messo su cinque chili di muscoli, ha curato il fisico in palestra, e ha affrontato le sfide tattiche con grande spirito di adattamento, passando da mezz’ala a seconda punta.
«In prima squadra farei anche il portiere, se serve!», ha dichiarato con una grinta che la dice lunga sulla sua voglia di mettersi in gioco. L’ambiente della Juventus ha facilitato il suo inserimento. Dalla prima emozione entrando nella struttura bianconera, fino alla complicità con i compagni di stanza – prima Savio, poi Anghelè e ora Faticanti – Amaradio si è costruito il suo spazio, trovando un clima sereno e stimolante.
Non sono mancati i momenti speciali: il gol all’esordio, ma soprattutto quello contro il Foggia. “Sembrava scritto, era il destino”, dice Luca, sottolineando quanto quel momento sia stato il risultato della pazienza e del lavoro silenzioso anche nei periodi di scarso minutaggio. Nel tempo libero, la musica è la sua compagna fedele. Prima delle partite ascolta Drake, Shiva e Sfera Ebbasta.
E se oggi gioca a calcio, lo deve al fratello maggiore: «Ogni volta che segno, penso a lui». Ispirato da Dybala e da Robben, si è sentito paragonare a Matías Soulé nei suoi primi tempi alla Juve – un confronto che prende come stimolo positivo. Il futuro? Prima i playoff, poi l’esordio con la prima squadra. «Per ora resta un sogno, ma non si sa mai: a volte, i sogni diventano obiettivi». Con questa mentalità, Luca Amaradio è pronto a scrivere altre pagine importanti nel suo cammino bianconero.
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