Con l’ordinanza n. 14990 del 4 giugno 2025, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia fiscale: la notifica di atti impositivi a contribuenti dichiarati “irreperibili” è nulla se non accompagnata da una documentata e dettagliata attività di ricerca del destinatario. Secondo la Suprema Corte, non basta l’uso di formule generiche come “sconosciuto” o “irreperibile” da parte del notificatore: è necessaria la prova concreta di sopralluoghi o verifiche anagrafiche. In caso contrario, l’atto è privo di validità fin dall’origine.

Il caso esaminato riguardava un avviso di accertamento IRPEF per l’anno 2006, annullato in primo grado per difetto di notifica, ma successivamente ritenuto valido in appello. La Cassazione ha accolto il ricorso del contribuente, sottolineando l’assenza di prove di effettive ricerche da parte dell’Agenzia delle Entrate. Questa decisione rafforza la tutela del diritto alla difesa del contribuente e impone maggiore rigore e trasparenza all’Amministrazione finanziaria nella gestione delle notifiche. Il principio si inserisce in un orientamento giurisprudenziale consolidato che mira a garantire legalità e tracciabilità negli atti del Fisco.

Fonte Greenstyle.it.