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Roma - I cento anni della Radio
Il 6 ottobre del 1924, 100 anni fa, veniva trasmesso il primo annuncio ascoltato attraverso gli apparecchi radiofonici di un secolo fa.
Al Senato sono stati celebrati ieri i 100 anni della Radio. Trasmesso il primo annuncio in onda un secolo fa: nell'Aula di Palazzo Madama, la cerimonia, organizzata su iniziativa del Presidente Ignazio La Russa, è stata condotta da Carlo Conti. Presenti Renzo Arbore, Umberto Broccoli, Andrea Delogu ed Elettra Marconi, figlia del senatore del Regno d'Italia Guglielmo Marconi, alla quale è stato assegnato lo scranno senatoriale che occupava il papà.
La Radio è sempre stata presente nella vita quotidiana degli italiani. Dalla radio seguivano le notizie sulla guerra mondiale e dalla stessa radio, dalla voce del presentatore Corrado Mantoni, appresero «La guerra è finita. Ripeto: la guerra è finita».
Fino al 1974 i privati non potevano aprire una stazione radiofonica: da quell'anno la Corte Costituzionale concesse ai privati la facoltà di trasmettere via cavo in ambito locale. Fu la prima storica sentenza contro il monopolio statale.
Nel 1976 arrivò una seconda, decisiva, sentenza della Corte Costituzionale (n. 202 del 28 luglio 1976): venne liberalizzata la trasmissione via etere in ambito locale. Nacquero così le radio libere che fiorirono, finalmente in modo legale, in tutto il territorio nazionale.
Spuntarono a centinaia, a migliaia, e costituirono ben presto la colonna sonora dell'Italia.
I radioascoltatori divennero i protagonisti di una rivoluzione culturale che pervase l'Italia: il telefono rendeva partecipi i radioascoltatori che con le loro richieste contribuivano alla preparazione della "scaletta" delle trasmissioni, così come le dediche dei brani che si scambiavano.
Alla fine degli Anni Settanta gli auguri di compleanno venivano fatti in diretta radiofonica così come gli inviti: spesso la Signora Maria, per invitare a cena la Signora Concetta con tutta la famiglia, telefonava direttamente alla radio "allegando" l'invito alla dedica di una canzone!
Gli inserzionisti locali offrivano premi per i giochi i diretta veicolando in tal modo una forma di pubblicità indiretta. In tal modo il commercio locale ebbe un benefico impulso.
Nacquero stazioni radio dedicate esclusivamente alle trasmissioni musicali e i conduttori si improvvisavano disc jockey che annunciavano, dalle Alpi alla Sicilia, "ok passiamo al prossimo brano".
Per molti era un sano passatempo: alcuni, pionieri della radiofonia, ne hanno fatto una vera e propria professione: Awana Gana (ovvero Antonio Costantini Picardi), Claudio Cecchetto, Joselyn Attab, Ettore Andenna solo per citarne alcuni tra i più noti.
La comparsa della rilevazioni di ascolto portò nelle radio libere più ascoltate la pubblicità nazionale e la consapevolezza della necessità di una programmazione seria e scrupolosa per confezionare trasmissioni interessanti con accurate selezioni musicali e testi di un certo interesse.
Con l'avvento dei Network a copertura nazionale la radio locale ha gradatamente perso appeal e le piccole radio vennero "acquistate" per acquisire il diritto all'uso della frequenza, un bene prezioso ma limitato!
Oggi, a cento anni dalla nascita della radio, sono poche le radio locali che hanno resistito e non si sono fatte travolgere dallo tsunami dei grandi Gruppi, e la visibilità del cittadino medio, che ieri si affidava alla radio, è stata man mano assorbita dai social su internet.
Filippo Giunta
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