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Cultura e Arte – La magnetica bellezza dell'Annunciata di Palermo
Uno dei quadri più famosi di Antonello da Messina è conservato a Palermo, nella Galleria Regionale di palazzo Altabellis. Si tratta de “La Vergine Annunciata”, conosciuta anche come “L'Annunciata di Palermo”, olio su tavola (45x34,5 cm), realizzato intorno al 1476.
L'opera raffigura la Vergine Maria negli attimi successivi alla visita dell'angelo che le annunciò che sarebbe diventata la madre di Gesù Cristo.
La figura della Vergine si presenta su uno sfondo scuro, sul quale risalta il manto di un azzurro celestiale dalla figura trangolare, al cui interno è raffigurato il volto ovale della Madonna, con uno sguardo scuro e magnetico intento a fissare un punto diverso da quello dell'osservatore. La Vergine sembra essere appena venuta a conoscenza dell'annuncio dell'angelo ed è raffigurata negli attimi seguenti, intenta a pensare al suo avvenire: è come se l'osservatore fosse lo stesso angelo. Ciò è deducibile, oltre che dall'espressione del volto, anche dalla naturalezza delle mani: la mano destra sembra voler fermare l'immaginario interlocutore, mentre quella sinistra è intenta a chiudere il velo con un gesto di assoluta intimità, conscia del messaggio appena ricevuto.
La posata compostezza della figura, a dispetto del forte messaggio appena udito, è stata resa da Antonello da Messina con l'accostamento delle figure geometriche (il triangolo del velo e l'ovale del volto), oltre che da un'asse immaginario che va dalla piega del velo sul volto fino all'angolo del leggìo.
Le caratteristiche dell'opera la rendono di chiara derivazione dei modelli fiamminghi, in particolare dal pittore fiammingo Petrus Christus, che forse Antonello conobbe direttamente in Italia. La luce illumina il volto quasi facendone emergere gradualmente i lineamenti e l'uso sapiente dei colori a olio permette un'attenta qualità della luce, grazia al quale il pittore ha saputo rendere la diversa consistenza dell'incarnato e dei materiali raffigurati: legno, carta e tessuto.
Il leggìo regge un manoscritto sul quale, dopo attenti studi, è stato riconosciuto il “Magnificat”, cantico contenuto nel primo capitolo del Vangelo secondo Luca con il quale Maria loda e ringrazia Dio perché si è benignamente degnato di liberare il suo popolo.
L'opera non è l'unica rappresentazione del pittore siciliano: realizzata qualche anno prima di quella di Palermo, vi è l'Annunziata di Monaco – conservata all'Alte Pinakothek di Monaco di Baviera – rappresentata dal pittore nel momento in cui il concepimento non è ancora avvenuto. La distinzione è deducibile da una comparazione dei volti: nella Madonna di Palermo emerge dal viso una leggera piega dell'angolo labiale, che rappresenta un sereno sorriso; la Madonna di Monaco, invece, ha la bocca aperta, quasi colta da stupore improvviso.
Immagine Annunziata di Monaco tratta da https://cultura.biografieonline.it/annunciata-monaco-antonello-da-messina/