Dopo l’attacco statunitense contro i siti nucleari in Iran, le basi americane in Italia — da Aviano in Friuli Venezia Giulia fino a Sigonella in Sicilia — sono state poste in stato di massima allerta. Le misure di sicurezza per il personale militare sono state intensificate in seguito alla crescente tensione nello scenario mediorientale.

L’Iran ha reagito duramente: secondo il ministro degli Esteri Araqchi, gli Stati Uniti hanno "oltrepassato la linea rossa". Fonti di Teheran avvertono che, se venisse colpita la Guida suprema Khamenei, scatterebbero “rappresaglie senza limiti” contro Washington. Il capo dei Pasdaran Pakpour ha minacciato Israele dichiarando che “non ci sarà pace”, mentre la Mezzaluna Rossa iraniana ha riferito che i raid USA non avrebbero causato vittime.

In Italia, la premier Giorgia Meloni ha convocato una riunione d’emergenza con i ministri e i vertici dei servizi segreti, ribadendo la volontà di promuovere il dialogo e il ritorno al tavolo negoziale. Il ministro degli Esteri Tajani ha precisato che nessun velivolo è decollato dall’Italia per colpire l’Iran e che non vi sono state richieste in tal senso dagli Stati Uniti.

Anche il ministro dell’Interno Piantedosi ha riunito il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica al Quirinale, confermando l’innalzamento dell’allerta in tutte le zone considerate sensibili, comprese le aree attorno al Vaticano e i siti legati al Giubileo. Il sorvolo e l’uso delle basi italiane da parte degli USA, per scopi logistici o di rifornimento, sono autorizzati dal ministero della Difesa, con successiva informativa al Parlamento ma senza bisogno di approvazione diretta.