Roma - Il sistema sanitario italiano è sempre più vicino al punto di rottura, con gravi carenze di personale infermieristico in tutta la Penisola. In Sardegna, dove la situazione è tra le più critiche, il sindacato Nursing Up ha proclamato lo stato di agitazione. All'ARNAS Brotzu di Cagliari, come in molte altre strutture da Nord a Sud, gli infermieri devono gestire fino a 14-15 pazienti a testa, spesso senza personale di supporto e in condizioni lavorative al limite della sostenibilità.

Il presidente del sindacato, Antonio De Palma, lancia l’allarme: i carichi di lavoro insostenibili stanno compromettendo la sicurezza delle cure, aumentando la mortalità e causando gravi casi di burnout tra gli operatori. Secondo studi recenti, un numero superiore a 6 pazienti per infermiere aumenta del 21% il rischio di mortalità ospedaliera. In Italia la media è già di 9,5, con picchi estivi ancora più alti, aggravati dal turismo e dalla cronica mancanza di risorse umane. Con 175.000 infermieri in meno rispetto agli standard europei, il rischio è quello di un sistema che non cura più, ma espone a gravi pericoli, trasformando i reparti in vere e proprie "polveriere".

De Palma chiede un piano straordinario di assunzioni e misure urgenti da parte delle istituzioni per evitare il collasso definitivo della sanità pubblica.