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Oltre la disabilità - La scrittura può cambiare la vita: l'esempio di Rebekah Taussig
La storia che stiamo per raccontavi viene dagli Stati Uniti e vede come protagonista la scrittrice e docente Rebekah Taussig, che ha fatto della scrittura il suo strumento per raccontarsi e affermare il suo punto di vista sull’impatto con un corpo disabile e resiliente. La sua è una storia come tante, ma che ci darà, ancora una volta, nuovi spunti su cui riflettere sulla condizione di disabilità. Rebekah, nel suo libro, cerca di raccontare come il suo essere bambina, adolescente e poi donna abbia influito sul modo in cui gli altri la percepiscono. Questo elemento porta a una riflessione su come viene percepita la disabilità nelle varie fasi della vita, si potrebbe pensare che man mano che si cresce si acquisti maggiore attenzione verso le persone con disabilità. Secondo me, anche in base al mio personale vissuto, non è una regola ferrea, molte volte si può essere più sensibili in tenera età e meno in età adulta o viceversa.
Il modello di donna, scrive Taussig, è quello di essere produttive, perfette, magre, sempre giovani e soprattutto abili, ma non sempre le cose vanno come noi vogliamo, può capitare di non essere produttive oppure di non essere perfette, di essere grasse, non più giovani o abili. Tutti prima o poi cambiamo o per l’età o per la taglia. Tanto volte il cambiamento, soprattutto quando una persona sana per qualsiasi motivo assume la condizione di disabilità, può essere discriminatorio; il disabile viene visto come uno “sfigato” e porta ad avere atteggiamenti di indifferenza o pietà. Quando si incontra una persona con disabilità si ha sempre la tendenza ha chiedere se ha bisogno, una domanda più che legittima dove ci sono dentro i più nobili scopi, ma molte ci si ritrova a dover rifiutare l’aiuto, sembrerebbe un gesto di scortesia nei confronti di chi te lo offre. Se si vuole aiutare veramente una persona con disabilità, spiega la Taussing, bisogna ascoltarla. Molto spesso quando incontriamo delle persone con disabilità ci soffermiamo al suo bisogno fisico come ad esempio quello dell'accompagnarla, sostenuta fisicamente, in realtà molto spesso le persone con disabilità chiedono altro, di essere ascoltate, capite, consigliate ma senza compassione. Molti pensano che sia noioso, terribilmente triste ascoltare una persona con disabilità, si pensa che i loro discorsi ruotino attorno al proprio stato fisico, ma in realtà non è così, anzi, desiderano parlare di altro tranne che del proprio stato di disabilità e molte volte risultano anche interessanti in quello che dicono. Ma parlare della propria disabilità è anche necessario, se non ne parli è come se omettessi una parte di te, della tua storia. Anche la pubblicità si è adeguata a questo cambio di tendenza per dare spazio a coloro che vogliono raccontarsi attraverso la propria disabilità piuttosto che dare sempre spazio alla perfezione.
Noi, afferma ancora Taussing, viviamo in un mondo che non è stato costruito per le persone che presentano una disabilità, come le case o i parchi, i ristoranti, i negozi, i posti di lavoro, non sono di certo ancora tutti accessibili alle persone che presentano una disabilità, pertanto è necessario avere un po' uno spirito di adattamento e avere una certa flessibilità nel prendere le decisioni perché i modi per risolvere un problema possono essere diversi e può essere necessario cambiarlo da un momento all’altro. Il suo libro, "Il punto di vista di un corpo disabile e resiliente”, ha come scopo quello di trasmettere coraggio a coloro che hanno perso la fiducia in loro stessi o negli altri. Certo, per le persone con disabilità è molto facile perdere la fiducia e molto spesso hanno bisogno di qualcosa o qualcuno che gli trasmetta tutto questo; penso, con tutto il rispetto per questo libro e per la sua autrice, che sia più confortevole che questa fiducia ci venga trasmessa da coloro che ci stanno accanto, le persone a noi care e che lo facciano con sincerità. L’insegnamento che possiamo trarre da questa storia è quello che la scrittura può cambiare la vita a ciascuno di noi, ci può fare vedere le cose in modo diverso, così come è stato per Rebekah Taussig.
Andrea Fornaia
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