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Oltre la Disabilità – La Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo: andiamo oltre
Lo scorso 2 aprile si è celebrata la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. Nello scrivere di questo evento non desideriamo focalizzare la nostra attenzione sulla giornata in sé, ma piuttosto sulle persone che soffrono di questo disturbo e sulle loro abilità, che riescono a fruttare nei migliori dei modi.
Avere lo spettro dell’autismo non significa avere una intelligenza inferiore rispetto agli altri, anzi molto spesso si hanno altre abilità che danno l’opportunità di fare la differenza in una società che, troppo spesso, tende a isolare chi presenta una qualsiasi disabilità, una persona che non riesce a trovare il proprio posto all’interno di una società che tende troppo spesso a cercare la perfezione. La situazione, forse, assume maggior rilievo quando si parla di autismo; la persona che ne è affetta tende ad isolarsi dal mondo che lo circonda. Questa condizione, se da una parte viene vista come elemento negativo, dall’altra può diventare, per chi ne è affetto, l’occasione per sperimentare, coltivare, scoprire le proprie abilità.
Se ci pensiamo bene, ma non vorrei dire una insensatezza, certe volte isolarsi dal mondo e dalle persone ci permette di soffrire di meno e ci dà la possibilità di non farci distrarre dal mondo o dalla società che ci circonda e che spesso offre cose frivole e inutili. Se si riesce ad isolarsi da tutto quello che ci circonda, ci si può dedicare ad altro, a cose magari più costruttive, così come è avvenuto per la scrittrice Elle McNicoll che del suo amore e della sua capacità per la scrittura ne ha fatto il suo lavoro. Il suo primo romanzo prende il nome di "A kind of spark", scritto proprio in un periodo di isolamento dalla società, nel periodo del primo lockdown per il Covid19; questo dimostra che quel periodo trascorso non è stato del tutto negativo per tutto o per tutti: molti, come Elle, hanno saputo impiegare questo periodo nei migliori dei modi scrivendo dei libri poi usciti durante o dopo il primo lockdown. Protagonista di "A kind of spark” è una ragazza autistica alle prese con un'ambigua società che usa l'intelligenza artificiale in modo sinistro e solleva interrogativi esistenziali sull'individualità e sulla difesa di ciò che è giusto. È un libro sull’amicizia e l’integrazione dove la protagonista cerca di trovare il suo posto nel mondo. Un libro sicuramente interessante da leggere e approfondire.
Tuttavia, sono tante le persone come Elle McNicoll, che sono riuscite a trovare il loro posto nel mondo nonostante la propria sindrome d’autismo. Anche nel mondo nel cinema ritroviamo attori con la sindrome d’autismo – da Sir Anthony Hopkins, un attore-regista britannico che racconta di aver ricevuto la diagnosi in tarda età –, ma anche in quello della musica, della filosofia o ancora nel giornalismo ritroviamo persone con la sindrome d’autismo, da Beethoven a George Orwell, scrittore, giornalista, opinionista politico e culturale, oltreché prolifico saggista, attivista politico-sociale e critico letterario britannico. Anche uno dei filosofi più importanti dell’illuminismo tedesco, Immanuel Kant, aveva la sindrome d’autismo, ma questo – come ci testimoniano i testi di filosofia – non gli ha impedito di essere un grande studioso dei limiti della ragione umana, dell’agire umano e di porsi una domanda, forse la più importante: “Cos’è l’uomo?”.
Da tutto ciò si evidenza che la sindrome d’autismo non colpisce la sfera intellettiva del soggetto che ne è affetto, ma quella sociale, anzi, nella persona che ne soffre si può sviluppare un alto livello d’intelligenza che gli permetterà nella vita di prendere consapevolezza delle altre sue capacità-abilità andando oltre i propri limiti, oltre la propria disabilità.
Andrea Fornaia
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