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Lavoratori disabili: facciamo il punto della situazione
Vogliamo fare il punto della situazione dei lavoratori diversamente abili, vedere il tasso di occupazione in Italia e quali sono i settori dell’economia nazionale dove vi sono più posti occupati da persone con disabilità. Ma prima di entrare nel merito bisogna ricordare che la legge italiana tutela l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità dal 1968 con la legge n. 482. Tale normativa nacque allo scopo di collocare nel mondo del lavoro gli invalidi di guerra per poi essere estesa a tutte le persone con disabilità. Una delle principali novità della legge n. 68 del 12 marzo 1999 rispetto alla legge n. 482 del 1968 è data dal fatto che nella prima l’obbligo di assunzione era limitato ai datori di lavoro pubblici. Nel cercare notizie in tal proposito mi ha colpito un articolo pubblicato sul ADAPT (scuola di alta formazione sulle relazioni industriali e di lavoro) dove viene affermato il “collocamento obbligatorio” non come qualcosa di caritatevole e paternalistico. Dare un lavoro a qualsiasi persona disabile o meno non dovrebbe essere inteso come “gesto di carità”, quello che noi chiamimo oggi “un favore”, quando questo è un diritto di tutti disabili e non. Non si vuole capire che tutti abbiamo bisogno di tutti, bisognerebbe entrare nell’ottica che il problema del lavoro non riguarda solamente le persone con disabilità, ma ogni fascia della popolazione che in qualsiasi periodo storico si è ritrovata a dover affrontare tale problema, una bassa offerta di lavoro e un'elevata domanda, provocando disoccupazione con tutte le conseguenze del caso, in particolar modo per le persone abili, da qui anche i reati sono aumentati. Secondo gli ultimi dati Istat sono circa un milione le persone con disabilità che sono disoccupate o in cerca di un impiego e con scarsa probabilità di trovarlo in tempi ragionevoli; forse un'altra strada da percorrere può essere crearsi il lavoro da sé, così come sto cercando di fare io, costituendo delle cooperative sociali specifiche per l’inserimento lavorativo per persone con disabilità. Vi racconto brevemente da dove parte questo progetto: già nel 2007 nasce l’idea di dare vita a una cooperativa sociale di tipo b, nel momento della stesura della mia tesi di laurea, quando avevo deciso che l’argomento doveva essere quello della disabilità ed il tema del lavoro. Per anni ho seguito questo sogno, anche perchè non ho trovato altri sbocchi lavorativi, ma con scarsi risultati e così un giorno mi venne l’idea di costituire una cooperativa sociale allo scopo di offrire una possibilità lavorativa anche ad altre persone che a causa della propria disabilità non trovavano un lavoro. Proposi la mia idea a diverse realtà locali ma non fu accolta, tanto che accantonai il progetto fino al momento in cui per caso mi fu ripresentata l’occasione da Vita21 e in particolare dal suo rappresentante legale Marco Milazzo; ci furono molti tira e molla nella sua costituzione tanto che trascorsero un paio di anni prima della sua costituzione, cosa fare? Dove e come farla? Dopo, per caso ci hanno fatto due proposte; la donazione di una somma in denaro da parte del Rotary club di Enna e la messa a disposizione di un terreno in comodato d’uso gratuito da parte del proprietario (che sarei io) che ha creduto nel progetto e così tra alti e bassi si sta portando avanti e proprio in questo momento c’è in itinere un grande progetto, ma per ora sui dettagli si hanno le bocche cucite. Il desiderio delle persone con disabilità di lavorare non è dettato solamente da una necessità economica, ma dal fatto di mettersi in gioco, scoprire e far scoprire le proprie capacità ed abilità ma per fare tutto ciò bisogna dare delle occasioni per poter dare il proprio meglio per una società più giusta, attenta ai bisogni del prossimo e tra questi il lavoro.
Andrea Fornaia
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