Un’emergenza silenziosa che colpisce cittadini e imprese

Palermo - Il XII Rapporto della Fondazione Fiba di First Cisl conferma una tendenza allarmante: la chiusura continua degli sportelli bancari sul territorio nazionale. In Sicilia la situazione è particolarmente critica. Oltre 371mila residenti non hanno accesso a nessuna filiale bancaria e 516mila possono contare su un solo sportello. In totale, il 18% della popolazione regionale si trova in una condizione di esclusione dai servizi finanziari di base. Le province più colpite dalla desertificazione bancaria assoluta sono Ragusa, Siracusa, Caltanissetta e Catania, territori dove si registrano i maggiori disagi per famiglie e imprese. A livello nazionale, il primo trimestre del 2025 segna il peggior avvio d’anno di sempre, con la chiusura di 95 filiali, confermando un trend inarrestabile che mina il diritto di accesso ai servizi essenziali.

Sul piano economico, l’allarme si estende al tessuto imprenditoriale: 19mila imprese siciliane operano in comuni privi di sportelli bancari, mentre altre 28mila hanno accesso a un solo punto fisico. La diffusione dell’internet banking non riesce a colmare il vuoto: la Sicilia è terzultima nella classifica nazionale per utilizzo dei servizi online, con appena il 35% degli utenti attivi, lontanissima da Trento (67%) e Lombardia (66%).

Chiara Barbera, segretaria generale di First Cisl Sicilia, lancia un appello forte: “Siamo di fronte a un problema di sistema, che colpisce i diritti costituzionali dei cittadini e la vitalità economica dei territori. È urgente attuare la nostra proposta di un Osservatorio regionale sulla desertificazione bancaria, che garantisca almeno uno sportello per comune.” Barbera sottolinea come la presenza bancaria rappresenti anche un presidio di legalità e inclusione sociale, in linea con quanto sancito dagli articoli 41 e 47 della Costituzione.

Pur riconoscendo il ruolo di resistenza svolto dalle Banche di Credito Cooperativo, il fenomeno dell’abbandono da parte dei grandi istituti richiede un intervento istituzionale deciso. Il governo regionale, e in particolare il presidente Schifani, viene invitato ad assumere un ruolo attivo nel fronteggiare una crisi che non è solo economica, ma anche sociale e democratica.