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Palermo - Numeri disastrosi per il referendum, in Sicilia ha votato il 23% degli elettori
I cinque referendum appena svolti hanno registrato un risultato disastroso su tutto il territorio Italiano confermando le aspettative di un flop totale. In Italia, la partecipazione si è fermata sotto il 30%, con l’affluenza più bassa in Sicilia, dove si è votato appena sopra il 23% dell’intera regione. Le province con maggiore affluenza sono state Enna (25,5%), Palermo (24,9%) e Catania (24%), mentre quelle con meno partecipazione sono Agrigento (19,6%), Caltanissetta (19,84%) e Trapani (20,3%).Gli elettori Siciliani coinvolti erano oltre 4,6 milioni, per un totale di 5.306 sezioni, con l’intera operazione referendaria è costata circa 400 milioni di euro, soldi sprecati anche a causa di scelte governative che non hanno accorpato il voto alle elezioni amministrative, riducendo così le possibilità di partecipazione.Le conseguenze sono state dure: dal punto di vista politico, il risultato ha alimentato critiche verso i leader sindacali e della sinistra. Nino Germanà ha commentato che il basso quorum in Sicilia smaschera le false narrative di Landini e della sinistra, sottolineando che i cittadini hanno espresso un chiaro ‘no’ alle proposte, anche sul tema del lavoro e della cittadinanza.Anche Fratelli d’Italia e altri commentatori di destra hanno colto il risultato come una sconfitta della sinistra e dei sindacati, ribadendo che gli italiani hanno respinto le strumentalizzazioni politiche dei referendum. La Cgil Sicilia, pur riconoscendo il mancato raggiungimento del quorum, ha sottolineato che l’attenzione sui temi del lavoro e dei diritti resta alta, con quasi 900 mila votanti, soprattutto giovani, e che questa partecipazione può rappresentare un punto di partenza per future iniziative di cambiamento e di rafforzamento della consapevolezza sui temi sociali ed economici.
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