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Euno dopo cinque anni ancora deturpato
Anche oggi domenica 26 novembre, con un freddo cane, il Castello di Lombardia è meta di turisti. Ad accoglierli la statua di Euno, lo schiavo ribelle che nel tempo è diventato l'emblema della città. Una città, però, che lo ha eletto a suo simbolo ma che non lo custodisce né lo valorizza.
Basta dare un'occhiata da vicino alla statua e notare che ancora sono evidentissimi gli effetti dell'attacco vandalico che subì circa cinque anni fa. E come se Roma mantenesse e proponesse ai suoi visitatori la sua lupa sfregiata o Catania il suo “liotru” deturpato. È semplicemente indecoroso per una città che punta sul turismo culturale per la sua rinascita.
Sono piccole criticità che però vanno risolte con immediatezza senza attendere i grandi progetti. Chi arriva ad Enna vuole prima di tutto trovare lo stato dei monumenti gestiti quanto meno nella normalità se poi il tutto è sostenuto da grandi progetti e da grandi realizzazioni meglio ancora.
Per la verità questo sconcio fu indicato all'amministrazione oltre tre anni fa e in quell'occasione venne assicurato che un intervento ci sarebbe stato coinvolgendo, prima di tutto, l'Istituto d'Arte, la scuola che realizzò nel 1960 la statua di Euno e che vedeva a capo dell'equipe realizzativa Pietro Marzilla. Evidentemente le cose non sono andate come invece erano state anticipate ma oggi c'è la voglia di riparare al danno? “La voglia c'è e tanta anche – assicura l'assessore comunale al Turismo Walter Cardaci -. Domani stesso mi rivolgerò al nostro Ufficio Tecnico per avere una valutazione del danno. In seguito prenderò contatti con l'ex Istituto d'Arte per coinvorgerlo nell'operazione di restauro.”
L'assessore sembra deciso a ridare dignità ad una fra le statue più visitate e fotografate della città. Adesso c'è da attendere fiduciosi e vigili aspettando che questo e mille altri piccoli interventi fioriscono affinchè in primavera, quando il flusso turistico diventerà ancora più corposo, la città abbia le sembianze di un salotto.
Paolo Di Marco
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