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Zombieing
Anche attraverso lo “zombieing”, dall’inglese “zombie”, si mette in atto una sorta di violenza psicologica. Lo “zombie” è, infatti, colui o colei che, come un “morto vivente”, resuscita tutto d’un tratto, dopo aver chiuso una frequentazione senza dare spiegazioni o rispettare le emozioni e i sentimenti dell’ex partner. Si tratta di un fenomeno per cui un individuo scompare improvvisamente, senza dare alcuna spiegazione, per poi ricomparire quando meno te lo aspetti come nulla fosse.
L’ambiguità di questo atteggiamento è dovuta soprattutto alla totale disinvoltura con cui questi scompare e ricompare, “muore” e “risorge”, senza preoccuparsi minimamente di quelle che sono le conseguenze del proprio comportamento scostante.
Chi riemerge lo fa senza dare spiegazioni, riagganciando l’altro come se nulla fosse, come se non fosse mai sparito, solo ed esclusivamente nel momento in cui sente il bisogno di soddisfare i propri bisogni emotivi e narcisistici, ad esempio sente il bisogno di essere amato o ammirato o necessita di una presa di cura affettiva. Il riaggancio avviene, quindi, esclusivamente per sé stessi, non vi è un vero e proprio interesse nei confronti dell’altro nonostante le parole “del riaggancio” risultino essere estremamente lusinghiere ed attrattive.
In particolare, a far soffrire la vittima di zombieing è la totale noncuranza con cui il partner decide ora di dileguarsi ora di ripiombare nella sua vita, senza fornire alcun tipo di spiegazione o scusa, riaprendo tutte quelle ferite legate all’abbandono che si erano generate nel momento in cui la persona se n’era andata.
È ovvio che in tal modo si mette in atto un comportamento manipolatorio volto a turbare la vittima che è stata dapprima abbandonata senza alcun motivo e/o spiegazione e che, successivamente, si ritrova a dover fare i conti con un ritorno inaspettato.
Se si incappa in questo tipo di comportamenti è assolutamente normale che la propria autostima venga intaccata e che si provino una forte tristezza e uno spiacevole senso di spaesamento.
Tuttavia, per superare il difficile momento, è importante accettare l’avvenuto e smettere di rimuginare, comprendendo però che l’interruzione della relazione dipende dai limiti e dalle difficoltà dell’altro piuttosto che da un proprio errore. Pertanto, la cosa migliore è chiedere aiuto e rivolgersi ad uno/a psicologo/a per dei colloqui di supporto.
Carmela Mazza
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