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Enna celebra la Liberazione: una festa di memoria, partecipazione e resistenza
Una Festa della Liberazione, quella che si è svolta a Enna, nel segno della condivisione e della grande partecipazione. Un grande evento, contraddistinto dalla presenza di tantissimi ragazzi e ragazze, nonostante un clima di divisione e odio, culminato con le raccomandazioni alla “sobrietà” del ministro Nello Musumeci.
Raccomandazioni che, purtroppo, si sono tradotte, in alcune città italiane, in autentici divieti. Dunque, una mattina di celebrazioni e di ricordi nel capoluogo ennese, promossa dall’Anpi con la partecipazione di partiti, sindacati e associazioni, iniziata prima con un corteo presso il Cimitero, con la deposizione delle corone d’alloro sulla tomba del Comandante Barbato, e, a seguire, con un dibattito all’Urban Center. Superare le divisioni, trasmettendo alle giovani generazioni i sacrifici ed i valori di una lotta che ha garantito 80 anni di libertà e pace sul territorio italiano e nell’Unione Europea e giungere, finalmente, ad una memoria condivisa e pacificata: questi i passaggi più importanti dei discorsi caratterizzati dagli applausi degli ennesi.
“La resistenza è qualcosa che non passa mai –ha detto il presidente dell’Anpi, Renzo Pintus-. “Ora e sempre resistenza”: oggi questo appello è quanto mai attuale, perché il rischio che corriamo per la nostra democrazia è che vi sono in atto delle manovre che tendono a disarticolare e distruggere l’impianto costituzionale. Abbiamo il piacere di condividere questo evento con il Comune di Enna – ha proseguito Pintus – e per questo ringrazio l’assessore Giuseppe La Porta per la sua presenza. Così come sono contento che oggi siano qui presenti insegnanti e tanti ragazzi e ragazze. La scuola è uno dei pilastri fondamentali dell’educazione ed è proprio in queste sedi che ormai molto spesso organizziamo degli incontri, perché sono proprio i ragazzi che richiedono la presenza dell’Anpi per ricordare e conoscere che cosa ha rappresentato la Resistenza”. “Condivido tutto ciò che ha detto il presidente Pintus sulla scuola – ha detto l’assessore La Porta - perché è da li che deve partire l’educazione dei ragazzi ai valori della democrazia e della memoria. Questi ideali devono continuare a camminare sulle gambe dei ragazzi e delle ragazze di oggi per potere continuare a vivere”.
“Il 25 aprile non è solo la giornata simbolo della Resistenza – ha esordito l’On. Stefania Marino – ma rappresenta anche il momento in cui è nata la Costituzione italiana. I nostri padri costituenti ce l’hanno consegnata così affinché non esistessero più discriminazioni e che la libertà raggiunta a prezzo di tanti sacrifici potesse essere un bene comune per tutti. La Costituzione è un “vangelo di vita” ma oggi assistiamo – ha proseguito – a numerosi piccoli segni, anche camuffati, che richiamano alla memoria l’inizio del periodo fascista. Il nostro impegno è dunque quello di far conoscere alle nuove generazioni questi fatti, affinché ciò non accada più”. “Sono pienamente d’accordo con quanto detto da chi mi ha preceduto – ha dichiarato la segretaria provinciale del Pd, Katya Rapè – perché oggi stiamo vivendo tempi difficili, dove assistiamo non solo alle guerre in atto ma anche a diversi tentativi, di volere sabotare la nostra Costituzione. A tal proposito, voglio evidenziare che il Governo attuale sta lavorando a una riforma dei programmi scolastici, in particolare, dei programmi di storia, che tendono a occidentalizzare la conoscenza degli avvenimenti, lasciando fuori tutto il resto.
La nostra Costituzione è stata scritta dai padri costituenti che appoggiavano diversi ideali politici, tenendo conto anche delle diverse culture ed estrazioni sociali, proprio per eliminare le disparità”. “Sono molto felice di vedere qui oggi numerosi giovani – ha sottolineato il segretario cittadino del PD, Giuseppe Seminara - perché la libertà, che oggi diamo tutti per scontata, va invece costruita giorno dopo giorno. Non è dunque anacronistico festeggiare il 25 Aprile, perché questo giorno non rappresenta solo la memoria, ma una continua lotta per la libertà, la pace e la giustizia”. “La libertà di oggi è soprattutto politica – questo l’appello del segretario dei giovani democratici, Matteo Russo-. Solo con la partecipazione politica possiamo difendere ciò che si è duramente conquistato a prezzo di tanti sacrifici. Per cui, se vogliamo che questa libertà venga mantenuta, dobbiamo fare in modo che i nostri ragazzi vadano a votare”. L’On. Venezia ha invece commentato: “Vorrei dedicare un pensiero a Papa Francesco, che è stato un vero e proprio partigiano dei nostri tempi. Un Papa che si è schierato con gli ultimi, con gli oppressi, con gli emarginati, incarnando la figura del rivoluzionario. E lo voglio celebrare con gioia e non in modo “pacato” come qualche ministro nostalgico dei suoi tempi ha consigliato di fare”. L’evento è proseguito anche con la testimonianza dei familiari di tre partigiani e si è conclusa con la distribuzione e la lettura di un passaggio del discorso di Pietro Calamandrei dove viene sottolineato il sacrificio, in termini di vite umane, dietro a ogni singolo articolo della Costituzione che è come un testamento. “Un testamento di centomila morti”.
Giacomo Lisacchi
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