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Oltre la Disabilità – Kariveppil Rabiya, la donna che ha trasformato la sua diversità nel suo punto di forza
Lo scorso 2 febbraio, in India, in occasione della Festa della Repubblica è stata assegnata la Padma Shri, una delle massime onorificenze nazionali, a Kariveppil Rabiya per il suo impegno nell'alfabetizzazione dei poveri.
Kariveppil è una donna musulmana che a causa di una poliomielite si ritroverà da un giorno all'altro su una sedia a rotelle. Ma la donna indiana non si scoraggia davanti al suo nuovo stato fisico e così nel 1990 avvia un servizio di alfabetizzazione per gli adulti del suo villaggio. Da un semplice servizio di alfabetizzazione, Rabiya da lì a poco darà vita a una vera e propria associazione di cui ad oggi contano sei scuole per ragazzi disabili. Ma ancora per Rabiya le difficoltà non sono di certo finite perché, nel 2000, all’età di 34 anni sarà colpita da un tumore che riuscirà a superare grazie alla chemioterapia. Nel 2004, durante un pellegrinaggio alla Mecca, una caduta provoca un'ulteriore esperienza con la disabilità compromettendo ancora una volta la riduzione delle sue capacità motorie, per la frattura alla colonna vertebrale che la costringerà a stare immobilizzata su di un letto. Una esperienza che avrebbe gettato chiunque dello sconforto, ma questo non è un termine presente nel vocabolario di Rabiya, che anzi ne farà ancora una volta il suo punto di forza, di rinascita. Dal momento che non potrà muoversi, prende la decisione di sfruttare altre parti del suo corpo, le mani e la testa che gli consentono di scrivere la sua autobiografia alla quale darà il titolo: “Swapnangalkku Chirakukalundu”, che tradotto significa “I sogni hanno ali”, pubblicata nel 2009. Kariveppil Rabiya, una donna che ha fatto dell’istruzione il suo punto di forza; conoscere la sua storia trasmette la forza di non arrendersi mai davanti le avversità che la vita mette davanti, ma di fare della propria inabilità il proprio punto di forza, scoprendo una personale abilità che ognuno di noi possiede e che ci permette di realizzarci: nella prosa, nella poesia, nel giornalismo, nello sport o in qualsiasi altro campo. Non è importante il proprio stato fisico, ma la propria forza di volontà, la propria capacità di andare oltre le opinioni di chi cerca di mettere i bastoni tra le ruote, di chi ti riconosce per la tua disabilità e non per le tue capacità, perché nonostante tutto non si riesce ad andare oltre la disabilità di cui una persona è affetta.
Tante volte non è l’aspetto fisico o i comportamenti un po' “differenti” dalla massa che rendono diversi ma sono i pregiudizi che la società molte volte ha ancora verso coloro che presentano qualche forma di inabilità fisica o psichica. Basterebbe andare un po' “oltre” quello che si vede per scoprire un mondo diverso. La diversità fa parte di questa terra e in quando tale non va esclusa, ma piuttosto va scoperta e valorizzata nelle sue potenzialità senza nessun tipo di discriminazione di razza, di sesso o condizione fisica. Kariveppil Rabiya, la protagonista della nostra storia, riassume tutte queste forme di discriminazione, ma con la sua autodeterminazione ha saputo dimostrare le sue abilità in un mondo che tende ancora a escludere la diversità nelle sue diverse sfaccettature.
Andrea Fornaia
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