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- Categoria: Terzo Settore
L’inclusione a suon di rock
La storia che vi stiamo per raccontare arriva da Arezzo e vede come protagonisti venti persone tra ragazzi con disabilità e persone della terza età, due generazioni a confronto con due elementi che li accomuna, la passione per il rock e le difficoltà che una persona con disabilità o una persona della terza età può presentare.
Difficoltà fisiche e di integrazione, troppo spesso chi ha una certa età presenta delle difficoltà o la persona con disabilità tende a isolarsi o viene isolato dalla società. Una band la cui nota d’ordine è l’inclusione e l’integrazione tra due generazioni, il passato e il futuro, troppo spesso in conflitto tra di loro, modi di pensare e agire differenti. Il rock è un genere popolare di musica, per farla sono necessarie le note e i suoni, un mix per creare una sinfonia.
Nel gruppo musicale, come quello nato ad Arezzo, ogni membro ha un proprio ruolo, tutti sono indispensabili, se uno di loro sbaglia o non è presente, il testo di una musica più cambiare il suo significato. Per certi versi la società può essere considerata come una grande band dove tutti sono, o meglio dovremmo essere, inclusi, anche coloro che sono meno intonati, tutti possiamo avere il nostro posto all’interno di questo coro che è la vita, dove non tutto può essere perfetto.
Anche nell’imperfezione ci può essere bellezza fisica o di suono, ma la vera bellezza sta nel fatto che nessuno viene escluso per il suo aspetto fisico, per la sua diversità di genere o per età, non si è mai né troppo giovani né troppo vecchi, né troppo disabili per prendere parte dell’orchestra della vita, ognuno di noi ha bisogno dell’altro in questa grande orchestra che è la vita, una vita in cui si possono avere delle sviolinate ma bisogna avere la capacità di riprendere gli strumenti tra le mani e continuare a suonare per noi stessi ma anche gli altri, per il pubblico, che sente la necessità di ascoltare i nostri suoni, i suoni della vita che se pur fatta di momenti negativi, bui o dove non senti più la giusta melodia.
Quando succede questo è necessario essere capaci di accordare gli strumenti che abbiamo a nostra disposizione. Molte volte però il musicista non è in grado di accordare il proprio strumento musicale e perciò ha bisogno del corista, di un piccolo strumento musicale ad ancia in grado di produrre una sola nota, tutti noi abbiamo bisogno di qualcuno che ci permette di prendere le note giuste per essere inclusi e includere chiunque seppur nella diversità andando oltre le proprie diversità e quelle degli altri. Solo cosi saremo in grado di dare vita a una vera inclusione tra note a suon di rock.
Andrea Fornaia
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