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Enna e il baricentro della sfida politica: il futuro passa dal Centro
Al di là delle ipotesi più affascinanti o delle suggestioni da retroscena, la realtà politica ennese sembra già avere contorni ben definiti. La prossima competizione per la carica di Sindaco e il rinnovo del Consiglio Comunale ruoterà attorno a un punto nevralgico: il centro. È lì, infatti, che si stanno costruendo le alleanze più consistenti, quelle in grado di offrire stabilità politica, capacità di sintesi e, soprattutto, consenso elettorale.
Lo scenario attuale disegna due grandi aree contrapposte, entrambe inevitabilmente dipendenti da un’anima centrista senza la quale né il centrodestra né il centrosinistra potrebbero ambire a una reale possibilità di governo. Sul fronte progressista, il Partito Democratico appare privo di una struttura pienamente operativa. In assenza di un impianto organizzativo forte, il suo riferimento strategico si sposta naturalmente verso un’area centrista in rapido fermento, dove diverse sigle e gruppi — seppur con peso variabile — stanno convergendo in un’inedita formazione coalizionale.
Una piattaforma politica nuova, solida, capace di attrarre consensi e di dialogare efficacemente col PD, come già dimostrato in esperienze precedenti. Questo cantiere centrista potrebbe persino accogliere espressioni della sinistra moderata compatibili con questo progetto. Se così fosse, si arriverebbe a una coalizione già di per sé competitiva e potenzialmente vincente. Resta però da affrontare il nodo principale: la scelta del candidato. In campo ci sono profili autorevoli e credibili, ma sarà fondamentale trovare una sintesi che sia realmente condivisa. Il tempo, per una volta, è alleato: un anno può bastare per costruire una proposta politica solida e vincente.
Decisamente più frammentata e fragile la situazione nel centrodestra. L’assenza di una figura come Di Pietro — non solo simbolica ma anche aggregativa — rende complicata la replicabilità di quel “modello” che in passato aveva garantito una certa coesione. Le tensioni interne alla coalizione e l’assenza di una guida unitaria stanno emergendo con chiarezza. Il rischio è che il centrodestra resti impantanato in logiche di personalismo e bilanciamenti regionali, con effetti potenzialmente disastrosi.
In questo contesto, lo scenario più plausibile vede la presenza di due candidati principali: uno sostenuto dal centro moderato e uno espressione dell’area di destra. Potrebbero aggiungersi anche altri candidati, ma difficilmente incideranno sull’esito della competizione. Tuttavia, prende sempre più corpo un’ipotesi che fino a poco tempo fa veniva solo sussurrata: quella di un centro politico capace di presentarsi compatto, con un’unica proposta e un solo candidato. Se ciò dovesse accadere, non è da escludere che l’esito possa definirsi già al primo turno.
Un’eventualità ancora in costruzione, ma sempre meno remota. E c’è anche un’altra possibilità, di portata forse ancora più innovativa: una coalizione trasversale che raccolga forze centriste, espressioni moderate sia del centrosinistra che del centrodestra, unite non da simboli o bandiere, ma da un programma condiviso. Un vero e proprio “Governo della Città”, fondato su una visione e guidato da una figura che ami profondamente Enna e che, soprattutto, abbia una chiara idea di cosa questa città debba diventare.
In questo contesto, parlare oggi di nomi e candidature sarebbe prematuro e forse inutile. Ma forse, per una città come Enna, è arrivato davvero il momento di pensare a una candidatura femminile: una donna con esperienza amministrativa, conoscenza della macchina comunale, capacità di visione e autorevolezza nel costruire ponti tra mondi politici anche distanti.
Dopotutto, si tratta di dinamiche profondamente locali, dove anche i partiti possono permettersi una flessibilità che altrove sarebbe impensabile. Se questo è il quadro che si sta delineando, non resta che tracciare la rotta e puntare verso un orizzonte nuovo: la rinascita della città passa da qui.
Massimo Castagna
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